Irrigazione nell’agricoltura italiana: i dati dell’Anbi
In Italia la superficie irrigata si estende complessivamente per 3,3 milioni di ettari. Ciascun ettaro vale mediamente 13.500 euro in più rispetto a uno non irriguo. L’incremento di valore raggiunge l’82% per le coltivazioni orticole, il 48% per i prati destinati all’alimentazione animale, il 35% per i frutteti, il 27% per i seminativi quali mais e riso. Inoltre, il 65% delle aziende agricole irrigue si approvvigiona tramite i Consorzi di bonifica (144 associati Anbi e 754 impianti idrovori gestiti dai Consorzi di bonifica).
Sono i dati resi noti nel corso della conferenza stampa di presentazione della Settimana nazionale della bonifica e dell’irrigazione 2017, Acqua: identità e futuro dei territori. L’evento, promosso dall’Associazione nazionale bonifiche e irrigazioni (Anbi), si svolgerà dal 13 al 21 maggio prossimi, con iniziative e incontri su tutto il territorio nazionale.
«L’agricoltura rimane l’ultima sentinella dello stato di salute dei territori e quindi dell’acqua, che non è consumata dell’agricoltura, ma al servizio di un bene che produce», afferma il presidente dell’Anbi, Francesco Vincenzi, evidenziando il legame tra acqua e biodiversità, consumo del suolo e innovazione. «Abbiamo bisogno di un modello di sviluppo con al centro il suolo, l’acqua e l’agricoltura. In questo momento», prosegue Vincenzi, «con i cambiamenti climatici in corso, serve uno sforzo comune, dove la ricerca e l’innovazione privata e pubblica mettano in campo soluzioni per utilizzare al meglio le risorse disponibili rispettando lo sviluppo economico e l’ambiente».
I dati presentati dall’Anbi evidenziano che l’85% dell’agroalimentare italiano proviene da agricoltura irrigua, con un valore della produzione di 267 miliardi di euro. Il settore impiega 3,3 milioni di lavoratori, pari al 13,2% degli occupati.
(© Osservatorio AGR)