3 Dicembre
imprese & mercati

Indagine Ismea: il 22% delle aziende agricole italiane pratica la vendita diretta

La vendita diretta è praticata dal 22% delle aziende agricole italiane, per la metà di queste, inoltre, costituisce l’unica forma di commercializzazione.

 

È quanto si evince da un’indagine Ismea (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare) condotta su un panel di 930 imprese agricole selezionate in modo da rappresentare i principali orientamenti produttivi e tutte le regioni italiane.

 

L’analisi dei vari canali di commercializzazione indica un’estrema eterogeneità da settore a settore: per le aziende con allevamenti da carne il canale preferenziale è direttamente l’industria di prima trasformazione, a cui destinano il 43% dei capi allevati, mentre per le aziende della zootecnia da latte è più rilevante la quota di produzione (46%) destinata agli organismi associativi (Cooperative, Associazioni, Organizzazioni di Produttori, Consorzi), come anche nel caso dei viticoltori (39%) e degli operatori specializzati in seminativi (38%) e legnose (31%). Questi ultimi due settori destinano una quota altrettanto significativa della produzione agli intermediari commerciali.

 

Dalle risposte fornite, risulta poi che il 35% della produzione nazionale di olio di oliva viene venduta direttamente al consumatore finale. La vendita diretta è, infatti, molto diffusa tra le aziende olivicole e interessa il 44% delle aziende intervistate, tra le quali la quota maggiore la utilizza come unico canale di commercializzazione.

 

Per quanto riguarda i mercati di destinazione, dall’indagine risulta che solo il 4% della produzione agricola nazionale viene venduta all’estero, mentre il 74% non varca i confini delle provincia d’origine e il 13% si ferma nelle province limitrofe. Le percentuali sono analoghe per tutti i comparti, ad eccezione delle aziende olivicole e vitivinicole, per le quali la quota estera sul totale commercializzato ha un’incidenza più rilevante, pari rispettivamente al 7% e al 13%.

 

Inoltre, gli imprenditori agricoli di questi due comparti sono propensi ad accrescere, nei prossimi anni, la parte di produzione aziendale orientata ai mercati esteri, mentre la stragrande maggioranza degli imprenditori agricoli intervistati (95%) non prevede a breve di modificare la geografia di destinazione delle proprie produzioni.

 

(© Osservatorio AGR)

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