6 Novembre
Coronavirus imprese & mercati

Incognita Covid sulla campagna radicchi

A inizio novembre dalle campagne del Veneto, prima regione produttrice italiana, stanno arrivando sui mercati radicchi invernali di notevole qualità, benché le condizioni climatiche finora non siano state delle migliori. Sembra che quest’anno ci sarà una leggera flessione produttiva per alcune varietà, ma si danno per confermati, sostanzialmente, i dati del 2019.


Il radicchio è un ortaggio sempre più presente sulle tavole degli italiani. In Italia la coltivazione oggi interessa almeno 13.500 ettari per una produzione di circa 270.000 tonnellate, che al consumo vale attorno a 750 milioni di euro.


Secondo Cso Italy, il Centro servizi ortofrutticoli di Ferrara, dal punto di vista produttivo, a livello nazionale, il Veneto nel 2019 ha fatto la parte del leone, con il 53% dei volumi (-5% sul 2018), seguito dalla Puglia con l’11%, dall’Abruzzo con il 10%, e poi da Emilia Romagna, Lazio e Marche con percentuali minori.


Nel Veneto lo scorso anno la superficie coltivata a radicchio è però scesa a 7.050 ettari, con una diminuzione dell’8,1% rispetto al 2018.


La produzione è stata quantificata in 129.900 tonnellate, il 3,5% in meno rispetto all’anno precedente, concentrata nelle province di Padova. Venezia, Treviso e Verona. C’è stato un calo di ettari coltivati e di produzione nelle province di Padova, Venezia e Verona, mentre al contrario nel Trevigiano si è verificata una sensibile crescita (+41%). Qui il variegato Igp di Castelfranco ha pareggiato e di poco superato il rosso lungo tardivo di Treviso. Entrambi ora sfiorano i 300 ettari coltivati, mentre performance meno vistose registra il rosso lungo precoce Igp.


Le quotazioni in questo avvio di stagione sono ritenute valide dai produttori, soprattutto per i rossi tardivi Igp di Treviso e per i variegati Igp di Castelfranco, ma indicativamente anche per i tondi di Chioggia e i semilunghi di Verona.


Per tutti però c’è l’incognita Covid, che sta fortemente condizionando l’economia e i consumi. Le conseguenze sono evidenti, soprattutto nei comparti Horeca e quarta gamma.


A causa della pandemia i consumi extradomestici per colazioni, pranzi e cene fuori casa sono stimati in calo del 40% con un drammatico effetto negativo a valanga sull’intera filiera agroalimentare per mancati acquisti di cibi e bevande e in particolare di frutta e ortaggi.

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