In lieve calo le colture ogm nel mondo
L’International service for the acquisition of agribiotech applications (Isaaa), l’organizzazione che da oltre 20 anni si occupa delle biotecnologie per l’agricoltura, ha pubblicato il suo rapporto annuale dedicato all’utilizzo delle coltivazioni ogm nel mondo.
I dati riferiti al 2019 indicano in 190,4 milioni di ettari la superficie totale dedicata a queste colture, con un calo di 1,3 milioni (- 0,7%) rispetto al 2018. Rispetto al 1996, primo anno di utilizzo degli ogm su larga scala, le culture di questo tipo sono aumentate di 112 volte. Attualmente sono 29 i Paesi che le utilizzano per la coltivazione, mentre altri 42 non le coltivano ma importano e utilizzano in vario modo prodotti ogm.
Le colture biotecnologiche più adottate sono state, come sempre, soia, mais, cotone e colza. La soia è al primo posto con 91,9 milioni di ettari, cioè il 48% della superficie globale a ogm, con una riduzione del 4% rispetto al 2018, seguita da mais (60,9 milioni di ettari), cotone (25,7 milioni di ettari) e colza (10,1 milioni di ettari).
Sulla base della superficie coltivata globale per singole colture, nel 2019 il 79% del cotone, il 74% della soia, il 31% del mais e il 27% del colza – afferma l’Isaaa – erano colture biotecnologiche.
Per quanto riguarda i Paesi che più hanno puntato su queste coltivazioni, la classifica non si differenzia da quella dello scorso anno: gli Stati Uniti sono al primo posto con 71,5 milioni di ettari, seguiti da Brasile (52,8 milioni di ettari), Argentina (24 milioni di ettari), Canada (12,5 milioni di ettari) e India (11,9 milioni di ettari), per un totale di 172,7 milioni di ettari, che rappresentano il 91% della superficie totale investita a ogm.
In questi Paesi si può affermare che la coltivazione di varietà ogm è arrivata a una situazione di saturazione, con la quasi totalità dei campi di colza, soia, mais e, per l’India, di cotone che ospitano colture biotecnologiche.
Per quanto riguarda l’Europa sono ormai da tempo solo due i Paesi che coltivano ogm sul proprio territorio, Spagna e Portogallo, anche se le uniche superfici significative sono quelle a mais in Spagna. Ricordiamo che nell’Ue è permessa la coltivazione solo di una ormai vecchia varietà di mais bt.