Il problema del riso europeo è l’import
Un piano condiviso per rilanciare la risicoltura europea, con interventi mirati soprattutto al monitoraggio dei flussi di importazione e a una migliore informazione ai consumatori, anche attraverso l’etichettatura d’origine obbligatoria.
Di questo ed altro si è discusso in occasione del 4° Forum dell’UE sul settore del riso, organizzato il 24 giugno, in modalità da remoto, dall’Ente nazionale risi con la collaborazione del Ministero delle politiche agricole.
Ai lavori hanno partecipato i rappresentanti dei risicoltori e trasformatori europei e dei ministeri competenti di otto Paesi produttori di riso nell’UE, oltre ai responsabili di settore delle Regioni italiane coinvolte nella coltivazione del cereale.
Al centro dei colloqui, la clausola di salvaguardia e la sua difficile applicazione, alla luce del boom delle importazioni di risi confezionati dai Paesi meno avanzati (Pma), oltre al tema, altrettanto complesso, della mancata reciprocità dal punto di vista ambientale e sociale dei prodotti provenienti da Paesi Terzi.
Tra le proposte indirizzate alle istituzioni europee figura in primo luogo la richiesta di attivare, prima del 18 gennaio 2022, l’iter necessario per includere il riso nell’elenco dei prodotti riassoggettati a dazio UE, estendendo di fatto il periodo di efficacia della clausola di salvaguardia, ormai di prossima scadenza.
Segnalata anche l’esigenza di attivare, nelle scelte di politica commerciale e in ambito Green Deal, una rigorosa valutazione di impatto sul piano della reciprocità delle regole.
L’intero settore risicolo dell’UE si è mostrato inoltre concorde sulla necessità di introdurre un’etichettatura obbligatoria con l’indicazione del paese di coltivazione.
«Il 4° Forum – ha detto Paolo Carrà, presidente dell’Ente risi – è stato un’ulteriore riprova di come la filiera risicola europea sia sinonimo di serietà, coesione e concretezza. Mi auguro che l’impegno venga premiato dalle scelte operative da parte del Parlamento, del Consiglio e della Commissione europea, così come è avvenuto nelle edizioni precedenti del Forum, che hanno permesso di ottenere la clausola di salvaguardia e un budget specifico per la promozione del riso europeo».