Il Piano nazionale mais avanza
Il 20 febbraio scorso la Conferenza Stato-Regioni ha approvato il «Piano nazionale per il settore mais». Si tratta di un passaggio fondamentale per il rilancio della coltura, che in Italia negli ultimi dieci anni ha perso circa il 50% della superficie dedicata.
Il declino della coltivazione di questo cereale nel nostro Paese ha origini strutturali, per cui è necessario ridare motivazioni ai produttori, mettendo loro a disposizione gli strumenti idonei a recuperare il forte gap di competitività che si è accumulato a causa soprattutto del blocco alla ricerca in campo e della rinuncia all’innovazione.
Ora è altrettanto importante che il Piano mais possa contare su congrue risorse finanziarie, in grado di stimolare la filiera a raggiungere un accordo sul contratto quadro del quale si discute da tempo.
L’obiettivo del Piano è ristabilire un adeguato grado di autoapprovvigionamento a livello nazionale, anche per garantire lo sviluppo delle produzioni tipiche a denominazione di origine, essenzialmente formaggi e salumi.
Sono tre le linee di intervento definite nel Piano: l’orientamento al mercato, l’aumento della competitività del settore e la promozione di efficienti politiche comunitarie.
Queste direttrici prevedono un ventaglio articolato di azioni: l’erogazione di un contributo per la promozione di mais speciality coltivato nell’ambito di contratti di filiera; il miglioramento delle rese produttive ormai in stallo da diversi anni, promuovendo un sistema di cofinanziamento pubblico-privato strutturale a favore della ricerca, dell’innovazione e dell’assistenza tecnica; la predisposizione di elementi di indirizzo per i futuri Piani di sviluppo rurale regionali al fine di concertare una strategia comune per il mais nelle regioni vocate.
Fondamentale inoltre, nell’ambito delle possibilità previste dalla Pac post 2020, prevedere la concessione un sostegno accoppiato per la coltivazione del mais, come accade già per altre colture, ad esempio il grano duro.
Infine, sarà determinante avviare un piano di comunicazione per trasmettere l’innovazione alle imprese agricole in un’ottica di aumento della sostenibilità ambientale, economica e sociale della coltura.