Il Fondo di solidarietà punta sulle assicurazioni
Nei giorni scorsi la ministra delle politiche agricole Teresa Bellanova ha lanciato alle organizzazioni agricole la proposta di riformare il Fondo di solidarietà nazionale, istituito nel 2004 e dal quale arrivano i finanziamenti per risarcire i danni provocati dalle calamità naturali.
«Davanti ai sempre più frequenti episodi di danni all’agricoltura dovuti alle avversità atmosferiche – ha detto Bellanova – serve un ripensamento degli strumenti della gestione del rischio. Una recente indagine Ismea evidenzia che nel 63% dei casi gli agricoltori si sono espressi in favore di un cambiamento delle attuali modalità di finanziamento della gestione del rischio attraverso le risorse pubbliche. Da questo la proposta di confronto. Abbiamo alcune idee sul tavolo, verifichiamo insieme quali azioni definire per tutelare le aziende agricole».
Il dato fondamentale, conosciuto da tutti coloro che lavorano in agricoltura, è che i fondi a disposizione per gli interventi in caso di calamità, siano alluvioni, grandinate, siccità o insetti, sono sempre enormemente inferiori all’entità dei danni realmente registrati.
Considerato, purtroppo, il moltiplicarsi degli eventi calamitosi, è evidente allora che ci si debba inventare qualche soluzione che offra maggiori certezze per gli agricoltori.
Probabilmente, la soluzione alla quale il ministro sta pensando è quella dell’obbligo di sottoscrivere una copertura assicurativa per gli eventi catastrofali. Ci sono anche altri interventi che andrebbero presi in considerazione, come la semplificazione dei meccanismi per l’erogazione dei contributi a favore delle polizze assicurative e il superamento del netto divario che esiste in Italia tra regioni del Nord, che fanno maggiormente ricorso alle coperture assicurative, e quelle del Centro e Sud Italia, dove solo una parte minoritaria degli imprenditori agricoli è disposta a spendere per trasferire il rischio a enti esterni.