Il clima taglia la produzione agricola italiana
Nel
2019 la produzione dell’agricoltura italiana si è ridotta dell’1,3% in volume.
Lo rileva la stima preliminare dell’andamento del settore agricolo per l’anno
appena trascorso presentata dall’Istat.
La flessione è stata determinata principalmente da fattori climatici
sfavorevoli, una analisi confermata da uno studio commissionato da Coldiretti
secondo il quale l’andamento
climatico avverso del 2019 ha portato al 60% in più rispetto all’anno
precedente di eventi estremi, fra tempeste di pioggia, neve, vento, trombe
d’aria e grandine.
Tornando all’analisi dell’Istat, i dati rilevano una produzione di vino
diminuita del 12% dopo l’exploit del 2018, quando era aumentata del 14,3%. Al
contrario, il 2019 è stato favorevole per la produzione di olio, anche se non
in tutta Italia, cresciuta del 32% dopo il crollo registrato nel 2018 (-36,9%).
Il 2019, sempre secondo la stima Istat, evidenzia diminuzioni rilevanti anche
per frutta (-3%) e cereali (-2,6%) mentre è proseguito il trend positivo delle
attività secondarie (+1,3%) e delle attività dei servizi (+0,4%).
Dinamiche positive, come nel 2018, anche per le coltivazioni foraggere
(+3,5%), le patate (+2,0%) e gli ortaggi (+1,1%). Confermato il trend positivo
delle attività secondarie (+1,3%) e delle attività dei servizi (+0,4%).
Dando uno sguardo all’Europa, secondo l’Istat il comparto agricolo
comunitario ha fatto registrare complessivamente un incremento del volume della
produzione dello 0,8%. La crescita più sostenuta si è avuta nel Regno Unito
(+3,9%) e in Germania (+2,6%). Il volume della produzione ha subìto, invece,
una contrazione in Francia (-1,8%) e in Italia (-1,3%) mentre è rimasto
sostanzialmente stabile in Spagna (+0,1%).
L’Istat ha preso in esame anche il valore aggiunto dell’agricoltura: con
31,9 miliardi di euro il nostro Paese si conferma al primo posto nella Ue28
davanti a Francia (31,0 miliardi di euro) e Spagna (26,5 miliardi).
La graduatoria del valore della produzione a prezzi correnti, precisa
l’Istat, vede, per il 2019, la Francia al primo posto (75,4 miliardi di euro),
seguita da Germania (57,0 miliardi di euro) e Italia (56,6 miliardi di euro).