23 Gennaio
imprese & mercati mutamenti climatici

Il clima taglia la produzione agricola italiana

Nel 2019 la produzione dell’agricoltura italiana si è ridotta dell’1,3% in volume. Lo rileva la stima preliminare dell’andamento del settore agricolo per l’anno appena trascorso presentata dall’Istat.
La flessione è stata determinata principalmente da fattori climatici sfavorevoli, una analisi confermata da uno studio commissionato da Coldiretti secondo il quale l’andamento climatico avverso del 2019 ha portato al 60% in più rispetto all’anno precedente di eventi estremi, fra tempeste di pioggia, neve, vento, trombe d’aria e grandine.
Tornando all’analisi dell’Istat, i dati rilevano una produzione di vino diminuita del 12% dopo l’exploit del 2018, quando era aumentata del 14,3%. Al contrario, il 2019 è stato favorevole per la produzione di olio, anche se non in tutta Italia, cresciuta del 32% dopo il crollo registrato nel 2018 (-36,9%).
Il 2019, sempre secondo la stima Istat, evidenzia diminuzioni rilevanti anche per frutta (-3%) e cereali (-2,6%) mentre è proseguito il trend positivo delle attività secondarie (+1,3%) e delle attività dei servizi (+0,4%).
Dinamiche positive, come nel 2018, anche per le coltivazioni foraggere (+3,5%), le patate (+2,0%) e gli ortaggi (+1,1%). Confermato il trend positivo delle attività secondarie (+1,3%) e delle attività dei servizi (+0,4%).
Dando uno sguardo all’Europa, secondo l’Istat il comparto agricolo comunitario ha fatto registrare complessivamente un incremento del volume della produzione dello 0,8%. La crescita più sostenuta si è avuta nel Regno Unito (+3,9%) e in Germania (+2,6%). Il volume della produzione ha subìto, invece, una contrazione in Francia (-1,8%) e in Italia (-1,3%) mentre è rimasto sostanzialmente stabile in Spagna (+0,1%).
L’Istat ha preso in esame anche il valore aggiunto dell’agricoltura: con 31,9 miliardi di euro il nostro Paese si conferma al primo posto nella Ue28 davanti a Francia (31,0 miliardi di euro) e Spagna (26,5 miliardi).
La graduatoria del valore della produzione a prezzi correnti, precisa l’Istat, vede, per il 2019, la Francia al primo posto (75,4 miliardi di euro), seguita da Germania (57,0 miliardi di euro) e Italia (56,6 miliardi di euro).

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