Il 2021 parte con un record per l’export agroalimentare italiano
Nei primi cinque mesi del 2021 l’alimentare made in Italy fa registrare il record storico nelle esportazioni con un valore di quasi 17 miliardi mai raggiunto in passato, dopo essere stato peraltro l’unico settore in crescita anche nell’anno precedente in piena pandemia.
Il successo è evidenziato da Coldiretti sulla base dei dati Istat relativi al commercio estero che vedono «un ulteriore balzo dell’alimentare dell’8,9% da gennaio a maggio. Un risultato ottenuto nonostante le difficoltà degli scambi commerciali e il lockdown in tutti i continenti della ristorazione».
A trainare la crescita ci sono prodotti base come il vino, che guida la classifica dei prodotti made in Italy più esportati seguito dall’ortofrutta fresca.
«Tra i principali clienti del made in Italy a tavola sono gli Stati Uniti che si collocano al secondo posto ma fanno registrare l’incremento maggiore della domanda con un balzo del 14,2% favorito dall’entrata in vigore, l’11 marzo 2021, dell’accordo tra la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e il presidente Usa Joe Biden sulla sospensione di tutte le tariffe relative alle controversie Airbus-Boeing che ha eliminato i dazi aggiuntivi del 25% alle esportazioni in Usa di molti prodotti italiani, a cominciare dai formaggi».
Positivo l’andamento dell’export anche in Germania, che resta al primo posto tra i Paesi importatori di italian food con un incremento del 5,4%, lo stesso della Francia che si colloca al terzo posto mentre al quarto c’è la Gran Bretagna dove, a causa della brexit, con l’appesantimento dei carichi amministrativi, l’export alimentare crolla dell’8,4%.
«L’Italia può ripartire dai punti di forza come l’agroalimentare, che ha dimostrato resilienza di fronte la crisi e può svolgere un ruolo di traino per l’intera economia» ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini, nel sottolineare che «per sostenere il trend di crescita dell’enogastronomia made in Italy serve anche agire sui ritardi strutturali dell’Italia e sbloccare tutte le infrastrutture che migliorerebbero i collegamenti tra Sud e Nord del Paese».