30 Maggio
imprese & mercati politiche

I contoterzisti aspettano buone notizie dalla Pac

Alcune settimane fa il sottosegretario alle politiche agricole, Franco Manzato, intervenendo all’assemblea del Cai (Confederazione agromeccanici e agricoltori italiani) di Verona avena detto che «gli agromeccanici contoterzisti sono agricoltori a tutti gli effetti e devono poter accedere agli aiuti per gli investimenti, che potrebbero essere previsti in una specifica misura del futuro Piano di sviluppo nazionale». La possibilità di attingere ai fondi comunitari è quello in cui sperano tutti gli agromeccanici italiani, concetto ribadito a Grosseto durante la recente assemblea generale del Cai dal presidente Gianni Dalla Bernardina.

 

Con la prossima riforma della Politica agricola comune, in base alla proposta della Commissione europea l’UE non indicherà più, come fatto fino ad oggi, la tipologia di beneficiari e i relativi requisiti da rispettare. In tale contesto, dunque, dovrebbe scomparire l’ostacolo normativo e quindi l’alibi che ha finora escluso gli operatori agromeccanici dai contributi della politica di sviluppo rurale.

 

D’altra parte, i numeri in crescita del contoterzismo agricolo, in termini di servizi erogati e di superfici lavorate a livello nazionale, evidenziano che l’innovazione della meccanizzazione agricola passa prevalentemente dagli agromeccanici, con benefici oggettivi in termini di impatto ambientale, sostenibilità economica, redditività delle aziende agricole e diminuzione degli infortuni sul lavoro.

 

Anche a livello europeo i servizi specializzati in agricoltura stanno registrando un incremento: il numero di occupati equivale al 6,7% della forza lavoro a tempo pieno impiegata nel settore agricolo; il 25% circa degli acquisti di macchine agricole a livello europeo è realizzato da operatori agro-meccanici; quasi il 60% della forza lavoro attiva nel settore agro-meccanico è composta da giovani di età inferiore a 35 anni; il fatturato dei servizi forniti dagli operatori agromeccanici rappresenta circa il 10% del valore della produzione agricola complessiva a livello europeo e in alcuni Stati membri si arriva fino al 20%.

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