Green Angel, ecco il kiwi che resiste alla batteriosi
Si chiama Green Angel la nuova varietà di kiwi resistente alla Psa, agente patogeno della batteriosi dell’actinidia, che ha provocato ingenti danni alle coltivazioni del settore in Piemonte, Veneto, Emilia Romagna e Lazio.
Presentata ufficialmente il 20 aprile scorso, Green Angel nasce da una mutazione genetica spontanea e stabile del kiwi Hayward. La varietà è stata individuata nel 2011, in piena esplosione della batteriosi, quando Dario Miretti, vivaista di Saluzzo (Cuneo), si rese conto di come la pianta, pur essendo inserita in un contesto di frutteto attaccato dalla malattia, dimostrasse una resistenza alla patologia decisamente superiore.
Successivamente è stata avviata la fase di sperimentazione, dapprima generando nuove piantine dalla pianta madre, quindi affidandole ai tecnici della Facoltà di Agraria dell’Università di Torino. Nella sede di Grugliasco dell’ateneo piemontese, sono state condotte due prove nel 2015 e due nel 2016. In tutte le prove effettuate, le piante della nuova selezione, pur presentando i sintomi della malattia, sono quelle che hanno manifestato la migliore tolleranza nei confronti della Psa, in particolare quelle messe a dimora nel 2016, più vigorose rispetto a quelle saggiate l’anno precedente. Nelle condizioni di campo, invece, le piante della nuova selezione continuano a non mostrare alcun sintomo della malattia, nonostante convivano da anni con piante sensibili alla malattia.
«Nella produzione mondiale di kiwi l’Italia è seconda solo alla Cina, ne coltiviamo più della Nuova Zelanda», spiega Lodovica Gullino, direttore di Agroinnova, centro di ricerca dell’Università di Torino. «Il Piemonte è la seconda regione, attiva anche nella conservazione e commercio. Il kiwi in molte valli ha spesso sostituito il melo, perché è più redditizio, ma le coltivazioni intensive hanno favorito l’arrivo dei parassiti». La malattia dei kiwi, dovuta alla batteriosi dell’actinidia, «è un fenomeno simile al cancro degli ulivi in Puglia. Verso il 2011 in Piemonte ci sono state perdite fortissime e sono stati necessari interventi anche “brutali”: mille ettari di kiwi sono stati espiantati».
Per contenere la patologia non si possono usare antibiotici, a causa dei possibili effetti collaterali sull’uomo. La creazione di varietà più resistenti è, secondo i ricercatori, la strategia a medio-lungo termine lascia meglio sperare.
(© Osservatorio AGR)