9 Dicembre
innovazione

Con i grani perenni la semina si fa ogni tre anni

Si chiamano grani perenni e potrebbero rivoluzionare il mondo agricolo. Si tratta di frumenti che dopo la raccolta spigano di nuovo, andando a seme anche quattro o cinque anni di seguito.

 

Il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (Crea) da oltre cinque anni lavora a questo filone di ricerca all’interno di un network guidato dall’Organizzazione statunitense The Land Institute e da un Istituto australiano.

 

I grani perenni sono stati ottenuti incrociando il Chinese Spring, un grano tenero molto conosciuto e utilizzato per fare studi di genetica, con il Thinopyrum, un grano perenne selvatico. Vengono seminati verso la fine dell’autunno, e verso giugno-luglio avviene la trebbiatura. La pianta viene recisa a una decina di centimetri dal suolo perché con l’arrivo dell’autunno ricaccia, in gergo si parla di post-harvest-regrowth, e già a dicembre dà una nuova spigatura. Allo stadio attuale della ricerca, che richiederà ancora diversi anni per essere portata a termine, la spigatura dicembrina non è ancora utilizzabile perché priva delle qualità necessarie per essere commercializzata. Per questo motivo si procede a una seconda trebbiatura e dopo l’inverno si ha una nuova fioritura con la successiva formazione di spighe. La vita produttiva di questi grani può essere anche di 4 o 5 anni, ma a partire dal terzo anno si ha un calo notevole delle rese che impone una nuova semina.

 

Secondo quanto dichiarato dalla ricercatrice del Crea Laura Gazza, il ruolo dell’Istituto italiano all’interno del network internazionale è valutare la qualità dei grani perenni, in modo da selezionare quelle piante in grado di assicurare gli standard tecnologici, nutrizionali e merceologici richiesti dal mercato. I campi di prova dove si coltivano tali cereali sono sparsi in molti Paesi, dal Nepal agli Stati Uniti. In Italia attualmente ci sono sperimentazioni presso la sede del Crea Qce (Unità di ricerca per la valorizzazione qualitativa dei cereali) a Montelibretti, in provincia di Roma, e anche nella sede del Crea a Roma e in Sicilia.

 

Un aspetto positivo dei grani perenni, ereditato dai genitori selvatici, è la resistenza totale alla maggior parte delle malattie tipiche del frumento, con conseguente riduzione dell’uso di agrofarmaci.

 

La coltivazione di tali grani offre inoltre notevoli vantaggi economici, ambientali e nutrizionali poiché non è necessario acquistare le sementi ad ogni annata agraria e occorre arare il terreno solo ogni tre anni.

 

Infine le piante delle coltivazioni perenni hanno radici più lunghe che rinforzano il suolo proteggendolo dall’erosione.

 

(© Osservatorio AGR)

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