Gli Usa revocano l’embargo alle carni bovine della Francia
Si riaprono le frontiere statunitensi per le carni bovine provenienti dalla Francia, che dopo l’Irlanda, la Lituania e l’Olanda è il quarto Paese europeo a ottenere l’accesso al mercato americano. L’embargo degli Usa sulle carni di manzo e vitello del Vecchio Continente risale al 1998, come conseguenza della crisi legata alla diffusione dell’encefalite spongiforme bovina (Bse), nota più comunemente con il nome di sindrome della “mucca pazza”.
I Commissari europei all’agricoltura (Phil Hogan), alla salute (Vytenis Andriukaitis) e alla concorrenza (Cecilia Malmström) in una dichiarazione congiunta hanno asserito che la revoca delle misure restrittive rappresenta il riconoscimento dell’efficacia delle azioni di contrasto alla Bse nei territori dell’Unione.
I Commissari si sono inoltre impegnati a lavorare per garantire che tutti gli Stati membri abbiano in un prossimo futuro le stesse possibilità di accesso al mercato statunitense. Hanno altresì posto l’accento sulla necessità, a pochi giorni dalla nomina di Donald Trump a Presidente degli Stati Uniti, di instaurare forti relazioni bilaterali con uno dei più importanti partner commerciali dell’Unione europea.
All’interno di quest’ultima è stata l’Irlanda, nel luglio 2016, il primo Paese a ottenere il via libera alla vendita di carne bovina, avendo la possibilità di esportare principalmente carne di manzo lavorata, destinata a soddisfare la domanda dell’industria americana del fast food. All’epoca il provvedimento fu accolto con sollievo dal settore agricolo irlandese, precipitato in un clima di incertezza in seguito alla decisione della Gran Bretagna – partner chiave dell’Isola di Smeraldo – di lasciare l’Unione europea dopo il referendum sulla Brexit. Ma attualmente, stando ai dati forniti dalle industrie, sono ancora limitati i quantitativi di carne irlandese, lituana e olandese che arrivano al di là dell’Atlantico.
(© Osservatorio AGR)