Gli accordi commerciali favoriscono le esportazioni agroalimentari dell’Unione europea
Gli accordi commerciali contribuiscono a promuovere le esportazioni di prodotti agricoli dell’Unione europea e offrono un sostegno all’occupazione nel settore agroalimentare. È quanto emerge da uno studio indipendente, commissionato dall’Esecutivo di Bruxelles, che analizza l’impatto sull’economia del settore agroalimentare degli accordi commerciali siglati dall’Unione con il Messico, la Svizzera e la Corea del Sud.
«Questi tre accordi, da soli, hanno permesso un aumento delle esportazioni agroalimentari dell’UE di oltre 1 miliardo di euro, apportando un valore aggiunto di 600 milioni nel settore agroindustriale», ha dichiarato il commissario europeo all’agricoltura Phil Hogan, presentando lo studio. «Allo stesso tempo, l’aumento delle esportazioni ha fornito sostegno a migliaia di posti di lavoro in tutta l’UE, la maggior parte dei quali nel settore agroalimentare, inclusa l’agricoltura. Queste cifre mostrano chiaramente che accordi commerciali ambiziosi ed equilibrati risultano favorevoli per i prodotti alimentari e l’agricoltura europea»
Il report dimostra che gli accordi hanno contribuito a intensificare gli scambi in entrambe le direzioni, con un aumento delle esportazioni dell’Unione europea e un incremento delle importazioni che ha avuto un impatto limitato sulla produzione comunitaria, poiché esse rispecchiano soprattutto una sostituzione delle importazioni provenienti da altri Paesi terzi o un aumento dei consumi interni.
In particolare, per quanto riguarda l’accordo UE-Messico, lo studio evidenzia che ha comportato un aumento di 105 milioni di euro per le esportazioni agroalimentari nel 2013, vale a dire tre anni dopo la soppressione di tutte le barriere commerciali che le parti si erano impegnate a eliminare.
Gli accordi UE-Svizzera sul commercio di prodotti agricoli e di prodotti agricoli trasformati hanno invece consentito complessivamente un aumento delle esportazioni di prodotti agroalimentari pari a 532 milioni di euro nel 2010, ossia tre anni dopo la loro piena attuazione. Si è trattato per la maggior parte di alimenti trasformati e bevande.
Infine, l’accordo di libero scambio UE-Corea del Sud, sebbene non ancora pienamente attuato, ha dato luogo, nel 2015, a esportazioni agroalimentari supplementari per un valore di 439 milioni di euro, soprattutto sotto forma di prodotti di base.
Lo studio pone anche l’accento sull’importanza di seguire da vicino i negoziati commerciali dei principali concorrenti dell’Unione europea, per assicurare che quest’ultima abbia pari condizioni di accesso a mercati strategici per i prodotti agroalimentari. Esso indica altresì che gli accordi siglati più recentemente, contraddistinti da un maggior grado di ambizione, come quello con la Corea del Sud, hanno un impatto positivo maggiore rispetto a quelli meno completi “di prima generazione”, come l’accordo UE-Messico del 2000.
«Gli accordi commerciali, se ben fatti, sono una forza positiva per i nostri agricoltori e produttori di alimenti», ha affermato il commissario per il commercio Cecilia Malström, precisando che lo studio fornisce inoltre importanti indicazioni su come continuare a ridurre la burocrazia inutile ed eliminare gli ostacoli all’avanzamento dei negoziati commerciali dell’Unione europea.
(© Osservatorio AGR)