Forti danni da gelo, ripartono le critiche alle polizze agevolate
Le gelate di fine marzo e inizio aprile verificatesi in tutti i principali bacini produttivi italiani calano come una mannaia sul raccolto delle albicocche, con un impatto particolarmente pesante nel Nord del Paese.
I volumi totali stimati da Cso Italy a livello nazionale per il raccolto 2020 sono di circa 136.000 tonnellate, ovvero il 56% in meno rispetto alla scorsa campagna e il 40% in meno circa rispetto alla media 2014-2018. Le albicocche non sono, purtroppo, l’unico prodotto danneggiato dalle avversità atmosferiche di inizio primavera. Gravi danni si registrano anche per le ciliegie Bigarreau pugliesi, la cui raccolta si preannuncia disastrosa secondo Coldiretti Puglia, con oltre il 70% delle primizie distrutto. Gli effetti delle gelate si preannunciano inoltre assai pesanti per il prossimo raccolto di pesche e nettarine, in particolare in Emilia-Romagna dove la produzione, secondo le peggiori previsioni, potrebbe risultare solo il 20-30% di quella di un’annata normale.
Il ricorso allo strumento assicurativo da parte degli agricoltori, soprattutto a fronte di andamenti climatici avversi sempre più frequenti, appare dunque strategico, ma risulta ancora fortemente ostacolato dall’eccessivo carico burocratico nel meccanismo di sottoscrizione delle polizze agevolate, quest’anno reso ulteriormente più complesso dalle restrizioni imposte dall’emergenza Covid-19. Sono così tornati a crescere i malumori verso l’attuale sistema.
Secondo Massimo Piva, vicepresidente di Cia Ferrara, le assicurazioni sarebbero essenziali, ma l’introduzione dei Pai, i piani assicurativi individuali, ha creato un meccanismo che le rende inadeguate per garantire il reddito,
Critico verso l’attuale sistema è anche Gianluigi Zucchi, presidente del Condifesa di Bologna e Ferrara, secondo cui il Pai “ha di fatto impedito di ricevere i contributi comunitari in proporzione ai valori assicurati”. Zucchi inoltre ritiene che la soluzione per superare l’attuale sistema può essere lo standard value, che rappresenta il valore unitario massimo assicurabile di un prodotto, un indicatore più vicino alle potenzialità delle diverse realtà aziendali.