12 Dicembre
imprese & mercati

Formaggi Grana ok nel 2019, ma prezzi in flessione a fine anno

ll 2019 dovrebbe segnare un nuovo record produttivo per il Grana Padano dop. Sono infatti oltre 200.000 le forme in più prodotte nei primi 10 mesi del 2019, salite a 4.305.806, il 4,94% in più rispetto allo stesso periodo del 2018.

In crescita quest’anno anche i numeri del Parmigiano Reggiano, che nel 2018 ha prodotto 3.699.695 forme, e nel 2020 prevede un ulteriore moderato incremento della produzione che porterà il numero delle forme a quota 3,78 milioni. Un dato che si riflette nel bilancio preventivo 2020 del Consorzio di tutela, approvato nei giorni scorsi dall’assemblea generale dei soci, che prevede la cifra record di 41 milioni di euro di ricavi totali (contro i 38,4 del 2019). Sono 27 i milioni di euro (contro i 22,4 milioni del preventivo 2019) destinati a investimenti promozionali per lo sviluppo della domanda in Italia e all’estero: quasi 5 milioni in più rispetto all’anno precedente.
Anche il mercato ha finora premiato i due principali alfieri della nostra produzione casearia, sebbene recentemente i listini mostrino qualche segnale preoccupante.

L’ascesa delle quotazioni dei due formaggi Grana, durata quasi un anno, negli ultimi tre mesi si è arrestata dando il via a flessioni importanti dei listini, in particolare quelli del Parmigiano Reggiano. Partendo da un prezzo all’ingrosso per il formaggio di dodici mesi, sulla piazza di Milano, pari a 9,75 euro/kg a settembre 2018, il Parmigiano Reggiano era arrivato a marzo 2019 a 10,95 euro/kg (+12,3%), mantenendo tale livello fino ad agosto, ma nel trimestre settembre-novembre è tornato a 9,99 euro/kg, lasciando sul terreno l’8,8%.

A confronto con il Parmigiano Reggiano, il Grana Padano ha fatto osservare una dinamica crescente più vivace nel periodo tra inizio anno e fine dell’estate e una riduzione recente dei listini meno accentuata. Il dato di novembre, pari a 7,53 euro/kg per il formaggio a stagionatura 9 mesi sulla piazza di Milano corrisponde a un calo del 5,9% rispetto all’apice toccato in luglio e agosto, mesi nei quali si è registrata una quotazione superiore del 30% rispetto a un anno prima.

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