FAO: nel 2016 aumentate del 25,9% le persone a rischio insicurezza alimentare
Nonostante gli sforzi internazionali, nel 2016 la percentuale di persone nel mondo che hanno dovuto fronteggiare situazioni di grave insicurezza alimentare è aumentata del 25,9% rispetto all’anno precedente. È quanto emerge dal rapporto 2017 sulle crisi alimentari, la cui pubblicazione è frutto della collaborazione tra l’Unione europea, l’Agenzia degli Stati Uniti per lo sviluppo internazionale (USAID), le istituzioni di sicurezza alimentare regionale e le agenzie delle Nazioni Unite, tra cui la FAO, il Programma alimentare mondiale e l’UNICEF.
Il drammatico aumento, che porta a 108 milioni le persone che soffrono di grave insicurezza alimentare, riflette la difficoltà delle popolazioni a produrre e avere accesso al cibo a causa dei conflitti, dei prezzi alimentari record nei mercati locali dei Paesi colpiti e di condizioni atmosferiche estreme, come la siccità e le precipitazioni irregolari causate da El Niño.
«La fame aggrava le crisi, creando maggiore instabilità e insicurezza. Quella che oggi è una sfida per la sicurezza alimentare diventerà domani una sfida per la sicurezza delle popolazioni», ha dichiarato Ertharin Cousin, Direttrice esecutiva del Programma alimentare mondiale. «È una corsa contro il tempo, il mondo deve agire ora per salvare la vita e i mezzi di sussistenza di milioni di persone sull’orlo della carestia».
I 108 milioni di persone ritenute in una situazione di grave insicurezza alimentare nel 2016 rappresentano coloro che soffrono di una malnutrizione acuta più elevata del solito e di una grave mancanza di cibo minimamente adeguato anche con l’assistenza esterna. Tra questi, le famiglie che hanno fatto fronte alle esigenze minime di cibo solo consumando le sementi, il bestiame e i beni agricoli necessari per produrre cibo in futuro.
Il rapporto sulle crisi alimentari evidenzia inoltre il peggioramento di situazioni già critiche in precedenza, prevedendo l’ulteriore aumento della richiesta di assistenza umanitaria in quattro Paesi a rischio di carestia: il Sudan del Sud, Somalia, Yemen e il nord-est della Nigeria. Altri Paesi che richiedono massicci livelli di assistenza a causa della diffusa insicurezza alimentare sono l’Iraq, la Siria (compresi i rifugiati nei Paesi limitrofi), il Malawi e lo Zimbabwe.
In assenza di un intervento immediato e sostanziale, non solo per salvare vite umane, ma anche per evitare che cadano nel baratro della carestia, la situazione della sicurezza alimentare in questi Paesi continuerà a peggiorare nei prossimi mesi, sottolinea il rapporto.
«Il costo in termini umani e di risorse non può che aumentare se lasciamo che le situazioni si deteriorino», ha affermato il Direttore generale della FAO, José Graziano da Silva. «Siamo in grado di evitare che le persone muoiano di fame, ma se non incrementiamo i nostri sforzi per salvare, proteggere e investire nei mezzi di sussistenza rurali, decine di milioni di persone resteranno in una situazione di grave insicurezza alimentare».
(© Osservatorio AGR)