Export ortofrutticolo in sofferenza nel 2018
Dati negativi nel 2018 per l’export ortofrutticolo italiano. Secondo dati diffusi alla recente 70^ assemblea di Fruitimprese, l’associazione degli esportatori e importatori di prodotti ortofrutticoli, lo scorso anno ha subìto un calo di oltre 300 milioni di euro nel fatturato e di circa 450.000 tonnellate in quantità, attestandosi rispettivamente a 4,6 miliardi di euro e a 3,55 milioni di tonnellate. Il comparto della frutta fresca, da solo, ha perso il 16,2% in quantità (circa 425.000 tonnellate) e l’11% in valore. Maggiormente colpiti sono stati i nostri prodotti di punta, quali mele, kiwi e uva da tavola.
I numeri sono impietosi: da oltre 1 milione di tonnellate del 2015 le esportazioni di mele si sono progressivamente ridimensionate, scendendo l’anno scorso a 673.000. Stessa dinamica per i kiwi, con volumi che in 3 anni si sono ridotti da 413.000 a meno di 290.000 tonnellate. Solo le pere hanno potuto archiviare un bilancio positivo sul versante dell’export, anche se il fatturato risulta oggi inferiore ai livelli di 5 anni fa.
Nel caso delle mele, la voce principale delle nostre esportazioni ortofrutticole, i dati Istat della produzione 2017 indicano che, rispetto al 2016, si è verificato un calo di offerta di circa 500.000 tonnellate legato egli effetti devastanti di gelate e grandinate verificatesi nella primavera di quell’anno. Cambiamenti climatici, bizzarrie del tempo e insetti alieni sono problemi con cui sempre più i produttori devono fare i conti, ma, al netto dei fattori congiunturali, i dati del 2018 riflettono l’immagine di un sistema Paese incagliato da troppo tempo.
Così – osserva l’analisi di Fruitimprese – il rilancio dell’export, per un settore ancora troppo sbilanciato sui mercati di prossimità, non può prescindere dalla conquista di nuovi sbocchi commerciali, primo fra tutti quello cinese. Attualmente i soli prodotti ortofrutticoli del made in Italy che varcano la Grande Muraglia sono i kiwi (8.000 tonnellate) e qualche partita di agrumi, mentre ad esempio spagnoli e francesi esportano già mele, kiwi, uva da tavola, pesche e nettarine.