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Esportazioni alimentari italiane verso gli Usa: per crescere si deve puntare su commercio elettronico e Milllennials
Le esportazioni di prodotti alimentari italiani negli Stati Uniti non risentiranno dell’“effetto Trump”. Piuttosto, il vero rischio può derivare dall’adagiarsi sul marchio Made in Italy, sottovalutando la concorrenza di prodotti domestici a basso costo e il peso del commercio elettronico nei consumi della clientela americana. È il quadro che emerge dall’analisi svolta da Export Usa, società italoamericana specializzata nella vendita di prodotti italiani sul mercato del Nord America.
Negli Stati Uniti gli acquisti online relativi al comparto alimentare – evidenzia lo studio- rappresentano solo il 4% di quelli complessivi (che valgono circa 600 miliardi di dollari l’anno) ma sono destinati a crescere a un tasso annuo del 20%, sostenuto soprattutto dalle nuove generazioni. E il tassello mancante all’export italiano è proprio il potenziamento di vendite online e mirate al pubblico che deciderà i consumi nel futuro immediato: i cosiddetti Millennials, la generazione di under 35, che compra via smartphone e tende a informarsi sempre di più su qualità e origine degli alimenti consumati. Si parla di un bacino con un potere d’acquisto di 170 miliardi di dollari l’anno, abituato alla ricerca selettiva dei prodotti e affascinato dalle specialità mediterranee: il 51% indica la pasta come suo piatto preferito.
«C’è una grande differenza rispetto alla generazione che li precede» sostiene Lucio Miranda, presidente di Export Usa. «I Millennials non tendono a fare scorte di prodotti alimentari, anzi. Il loro shopping è molto più “spontaneo”, sono abituati a girare un più alto numero di negozi – online e offline – per acquistare il prodotto».
Secondo una stima di Statistica, portale tedesco di ricerche online, il giro di affari statunitense del retail digitale di alimentari lieviterà fino a 15,2 miliardi di dollari entro il 2021. In questa partita, le specialità italiane potrebbero beneficiare – e non perdere – dal confronto con l’offerta americana dell’italian sounding, i prodotti il cui nome richiama il Belpaese per attrarre clienti, come nel caso del famoso parmesan (il formaggio prodotto in Usa che imita il parmigiano).
Il cambio di paradigma dettato da una maggiore attenzione alla qualità e dall’incremento delle vendite digitali può favorire le aziende italiane, anche a fronte di prezzi superiori. A patto che le imprese della Penisola lo percepiscano e sappiano sfruttarlo. I Millenials, infatti, – sottolinea Miranda – preferiscono gli acquisti tramite internet e prediligono prodotti poco lavorati, naturali (non geneticamente modificati) e semplici.
(© Osservatorio AGR)