Esportazioni agroalimentari italiane verso il Nord America: buoni i margini di crescita
Valgono 4,6 miliardi di euro le esportazioni agroalimentari italiane verso in Nord America che, considerato nella sua interezza (Stati Uniti e Canada), rappresenta il secondo mercato più importante per i prodotti agroalimentari della Penisola. Tuttavia, la quota di mercato del Belpaese nell’import totale è appena del 3,4% negli Usa e del 2,6% in Canada: dati che indicano l’esistenza di ampi margini di crescita, anche alla luce dell’alta reputazione di cui gode il Made in Italy.
È il quadro che emerge dallo studio della piattaforma Agrifood Monitor, realizzato da Nomisma e Crif, società di consulenza che opera a livello globale.
La ricerca evidenzia come gli Usa effettuino annualmente 130 miliardi di euro di importazioni nel settore del food&beverage, mentre il Canada, a fronte di un decimo della popolazione statunitense, importa prodotti agroalimentari per 32 miliardi, a causa di condizioni climatiche meno favorevoli all’agricoltura.
Il mercato dei due Paesi si presenta dinamico poiché, in entrambi gli Stati, la popolazione è in crescita, con i Millenials, particolarmente aperti alle novità, destinati ad avere un peso sempre maggiore nei consumi.
Altro fattore favorevole è la fase di crescita che sta attraversando l’economia nordamericana, caratterizzata da un reddito pro capite sensibilmente più elevato rispetto a quello europeo e una spesa nel settore agroalimentare prevista in aumento.
A trainare le esportazioni italiane oltreoceano sono soprattutto il vino, l’olio di oliva, i formaggi, i salumi e la pasta, che in totale pesano per il 65%. Negli Usa acquista cibo italiano prevalentemente la fascia di popolazione di età compresa tra i 36 e i 51 anni, che vive nelle grandi metropoli cosmopolite, come New York o Los Angeles, e che ha un alto tenore di vita. È invece ancora scarsa la capacità di penetrazione dei prodotti italiani nelle regioni centrali e del Midwest.
Per quanto riguarda il Canada, le esportazioni italiane valgono attualmente 800 milioni di euro, concentrandosi soprattutto sul vino; risultano, invece, ancora molto bassi i consumi di salumi, pasta e formaggi.
(© Osservatorio AGR)