Emergenza virus, florovivaismo al collasso
Le misure restrittive adottate dal Governo in relazione all’emergenza coronavirus, con la chiusura dei mercati, dei negozi di fiori e la sospensione di tutte le cerimonie civili e religiose, stanno portando al collasso il settore florovivaistico italiano, secondo in Europa solo all’Olanda, che sta subendo perdite pesantissime con fiori e piante destinati al macero.
Sono a rischio 200.000 posti di lavoro in uno dei settori più belli e amati del made in italy dove sono impegnate circa 27.000 imprese.
Il risultato della crisi – afferma Coldiretti – è stato quasi un miliardo di danni per fiori e piante appassiti e distrutti nei vivai, dove sono crollati gli acquisti di fiori recisi, di fronde e fiori in vaso, le produzioni tipiche della primavera e si sono fermate anche le vendite e l’export di alberature e cespugli, in un periodo in cui per molte aziende si realizza oltre il 75% del fatturato annuale, grazie ai tanti appassionati dal pollice verde che con l’aprirsi della stagione riempiono di piante e fiori case, balconi e giardini.
I florovivaisti hanno così chiesto al Governo misure straordinarie per le imprese con la creazione di un fondo ad hoc, sostegno per la commercializzazione di piante e fiori all’interno dei canali distributivi ancora attivi sul fronte vendite, normative armonizzate per tutta l’Unione Europea che permettano la regolarità dei trasporti, equiparazione dei prodotti del florovivaismo ai prodotti alimentari, aiuti specifici alla promozione e alla comunicazione per far ripartire il settore non appena ci saranno le condizioni adatte.
L’Associazione Florovivaisti Italiani ha anche inviato una lettera a tutti gli europarlamentari del nostro Paese.
“Il florovivaismo – scrive nella missiva il presidente dell’Associazione, Aldo Alberto – riveste un ruolo centrale in termini di sostenibilità e può contribuire agli importanti obiettivi previsti nel Green Deal europeo per le produzioni alimentari e la vivibilità degli ambienti urbani, extraurbani e delle foreste. Il settore ha una valenza strategica e non va posto in secondo piano rispetto agli altri del comparto agricolo, per questo occorre la massima attenzione per consentire corridoi verdi per lo spostamento delle merci e creare le condizioni per la sua ripresa tempestiva”.