27 Febbraio
innovazione

Droni e agricoltura di precisione: l’evoluzione in Italia

Nell’ambito dell’agricoltura di precisione è sempre più frequente l’utilizzo dei droni che, secondo la Mit Technology Review (la rivista dedicata all’innovazione pubblicata dal Massachusetts Institute of Technology), rappresentano una delle dieci tecnologie applicate emergenti.

 

In Italia ci sono sperimentazioni in corso e attività già avviate. In provincia di Cuneo, ad esempio, i droni guidati da tecnici dell’Enac (l’Ente nazionale per l’aviazione civile) sono stati utilizzati per combattere i parassiti del mais.

 

In Lombardia i campi di pomodoro sono “pattugliati” dalla Tomato Air Force, una flotta di droni a elica, capaci di catturare dettagliate immagini degli appezzamenti e da quelle, mediante un software complesso, ricavare importanti informazioni sulle necessità idriche e di nutrimento delle piante.

L’agricoltura di precisione è un sistema di gestione integrata delle diverse tecnologie dove, mediante il monitoraggio delle variazioni di spazio e tempo, si gestiscono i fattori di produzione: si decide cioè quando e dove tali fattori servono e la dose giusta che ne va impiegata.

 

Una gestione di questo tipo presenta vantaggi di ordine agronomico, attraverso l’accrescimento della performance della coltura, di ordine economico, mediante il miglior utilizzo degli input e la riduzione dei costi colturali e – fatto non trascurabile – di ordine ambientale. Ma soprattutto permette di incrementare l’efficienza del sistema produttivo attraverso una razionalizzazione dei singoli interventi, la quale richiede inizialmente una revisione del sistema gestionale adottato in azienda.

 

In Italia però l’applicazione dell’agricoltura di precisione è molto eterogenea e interessa solo l’1% della superficie agricola utilizzata, come evidenzia Michele Pisante, docente di agronomia a Teramo e responsabile di Agri-digit, il progetto del Mipaaf avviato nel 2015 allo scopo di favorire la trasformazione in senso digitale del settore primario. Allo stato attuale, la filiera più avanzata è quella viticola; seguono riso, cereali e zootecnia – spiega Pisante, che ha messo a punto le linee guida per raggiungere l’ambizioso obiettivo fissato dal ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali Maurizio Martina: arrivare entro 5 anni ad avere il 10% delle superfici coltivate tramite l’agricoltura di precisione.

 

Il piano del Governo italiano – precisa il docente – parte nel 2015 e mira ad adattare le innovazioni a un modello agricolo in cui le aziende hanno una dimensione media di 7 ettari. Governo e regioni possono utilizzare i fondi per lo sviluppo rurale; le linee guida sono diventate parte integrante del progetto Industria 4.0. Il ministro Martina ha affidato al Crea (il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi economica) il compito di avviare un progetto per la gestione dei big data agricoli e nei prossimi tre anni a Lodi, Foggia e Monterotondo nasceranno tre hub per il trasferimento delle tecnologie di precisione.

 

(© Osservatorio AGR)

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