Difesa delle colture: le informazioni dei satelliti usate contro l’invasione delle locuste
Servirsi delle informazioni fornite dai satelliti per individuare in anticipo le aree potenzialmente favorevoli allo sviluppo degli sciami di locuste, grave minaccia alla produzione agricola, ai mezzi di sussistenza e alla sicurezza alimentare, soprattutto dei Paesi africani.
È l’obiettivo raggiunto dal progetto di collaborazione tra gli scienziati dell’Agenzia spaziale europea (ESA) e gli esperti di locuste del deserto della FAO, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura.
La partnership prevede che dati satellitari come quelli della missione ESA Soil Moisture and Ocean Salinity (SMOS) vengano usati per monitorare condizioni, come l’elevata umidità del suolo e la presenza di vegetazione, che potrebbero portare al proliferare delle cavallette.
Gli sciami, infatti, si formano quando a periodi di siccità fanno seguito abbondanti precipitazioni, che consentono una rapida crescita della vegetazione. Si stima che un chilometro quadrato possa arrivare a contenere fino a 40 milioni di locuste, in grado di mangiare in un solo giorno la stessa quantità di cibo di 35mila persone.
Tra il 2003 e 2005, ad esempio, l’invasione degli insetti ha interessato più di otto milioni di persone nell’Africa occidentale, causando perdite del 100% per i cereali, del 90% per i legumi e dell’85% per i pascoli.
In passato, le previsioni formulate tramite immagini e dati dei satelliti si basavano esclusivamente sulla presenza di vegetazione al suolo, un indicatore che lasciava un margine temporale di azione non superiore a un mese, troppo ristretto per agire efficacemente.
Il nuovo approccio, invece, aggiungendo le rilevazioni del tasso di umidità dei suoli, anticipa i tempi di allerta fino a due mesi, permettendo di adottare le necessarie misure di controllo.
Già nel novembre 2016, la collaborazione ESA-FAO si è rivelata molto fruttuosa in Mauritania, dove ha consentito di identificare aree favorevoli al prolificare delle locuste con ben 70 giorni di anticipo.
(© Osservatorio AGR)