12 Novembre
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Dazi Usa-Ue: l’Europa cala un asso da 4 miliardi di dollari

Lo scorso 9 novembre è arrivato l’ok formale dei ministri del commercio europei alla decisione Ue di imporre dazi a prodotti importati dagli Usa per un valore di 4 miliardi di dollari, secondo quanto stabilito dall’Organizzazione mondiale del commercio (Wto).


Si tratta della reazione, già annunciata, alle tariffe punitive da 7,5 miliardi di dollari che Washington, sempre su via libera della Wto, impone da circa un anno ai prodotti europei in conseguenza della disputa Airbus-Boeing.
L’entità delle compensazioni cui ha diritto l’Ue era nota da settimane, ma Bruxelles ha preferito attendere le elezioni americane prima di agire.

«Abbiamo una decisione della Wto che ci autorizza a imporre penalità e questo stiamo facendo» ha detto il vicepresidente della Commissione europea Valdis Dombrovskis ricordando la posizione europea, con l’Ue «pronta a ritirare le tariffe e sederci al tavolo se gli Usa faranno lo stesso».


I dazi introdotti dall’amministrazione Trump un anno fa colpiscono molti prodotti italiani, a cominciare dai formaggi come Grana Padano, Gorgonzola, Asiago, Fontina, Provolone ma anche salami, mortadelle, crostacei, molluschi agrumi, succhi e liquori come amari e limoncello.


La lista europea, invece, comprende, oltre al settore aeronautico, anche prodotti agricoli a stelle e strisce come salmone, noci, pompelmi, vaniglia, frumento, tabacco, cacao, cioccolato, succhi di agrumi, liquori come vodka e rum.


Tutti si augurano che la decisione europea serva ad accelerare l’apertura di un tavolo di negoziato tra le due sponde dell’Atlantico, in modo da arrivare a una soluzione che rassereni i rapporti commerciali, tanto più importanti nel contesto attuale segnato dalla pandemia.


Preoccupazione per la decisione di Bruxelles è stata espressa in Italia dall’Unione italiana vini, che avrebbe preferito una posizione attendista.

Secondo l’Uiv è ora possibile un rischio di «rotazione», cioè di cambio dei prodotti soggetti a superdazi, da parte degli Stati Uniti, che potrebbero così decidere di aumentare le tariffe in vigore o includere altri prodotti come il vino italiano, che sino a oggi è stato escluso dal paniere dei dazi aggiuntivi».

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