Crescono i noccioleti in Italia
In Italia la superficie a noccioleti continua a crescere: in base ai dati Istat, nell’arco di un decennio (2008-2018) gli impianti sono aumentati del 18,6%, passando da 71.050 a 84.306 ettari. Il balzo più consistente si è avuto in Piemonte, dove la superficie è quasi raddoppiata, passando da 12.366 a 23.226 ettari (+ 87,8%); incremento notevole anche nel Lazio, da 18.914 a 23.966 ettari (+ 26,7%).
Si tratta indubbiamente di una tendenza che rileva un nuovo interesse per questa frutta secca, ma di qui a parlare di febbre degli impianti e di monocoltura a nocciolo, ce ne passa.
È per questo che, tra gli addetti lavori, suscita stupore la presa di posizione di sette sindaci del comprensorio del lago di Bolsena, in provincia di Viterbo, che hanno emanato un’ordinanza di divieto all’impianto di noccioleti paventando il rischio di inquinamento da fitofarmaci per il lago di Bolsena e di stravolgimento dell’habitat naturale.
Il tutto è avvenuto dopo gli interventi sulla stampa nazionale di alcuni esponenti del mondo dello spettacolo e della cultura che hanno parlato in termini apocalittici di «monotone distese di noccioleti».
Tralasciando il fatto che i dati contraddicono queste affermazioni, l’accusa di stravolgere il paesaggio e di distruggere l’ecosistema appare francamente esagerata. Volendo fare un paragone con altre coltivazioni, l’impatto ambientale risulta decisamente ridotto rispetto a vite, frutta o cereali. Inoltre, in particolare in Piemonte, si stanno diffondendo esperienze significative di noccioleto biologico.
Quella del nocciolo non è una bolla speculativa, ma una tendenza che si consolida: impiantare noccioleti rappresenta ancora un buon investimento, anche perché quasi sempre i nuovi impianti sono stati realizzati in collaborazione con Ferrero, Novi e, per quanto riguarda Toscana e Veneto, con Loacker, in un’ottica di filiera.
L’industria nazionale cerca infatti, per quanto possibile, di ridurre la dipendenza dalla Turchia, maggiore player a livello mondiale, sia per l’instabilità del Paese, sia perché la materia prima italiana e di miglior qualità.
Non è un caso che Loacker, azienda altoatesina specializzata nella produzione di wafer e specialità al cioccolato, lo scorso novembre ha annunciato la partnership con Cattolica Assicurazioni per la messa a dimora di 30 ettari di nocciole nella tenuta Ca’Tron, una tra le più grandi tenute agricole a corpo unico d’Italia che la società assicurativa ha acquistato nel 2012 per rafforzare la propria identità, da sempre legata al mondo agricolo e al sistema agroalimentare.
Due gli obiettivi di questa collaborazione: da una parte, l’introduzione della nocciola in un areale nuovo, per incrementare il numero di zone interessate dal progetto che Loacker ha avviato nel 2011 e concepito per soddisfare il proprio fabbisogno di nocciole italiane, una delle materie prime fondamentali per la preparazione dei famosi wafer. Dall’altra, l’attivazione del progetto, sarà, altresì, un’opportunità per la creazione di alternative lavorative concrete per gli agricoltori locali.