Crescono le assicurazioni nell’agricoltura biologica
Le conseguenze spesso devastanti dei fenomeni meteorologici estremi, purtroppo sempre più frequenti, spingono anche le aziende agricole biologiche verso le polizze assicurative, sebbene i valori assoluti restino ancora piuttosto bassi: tutti numeri contenuti in un recente Report di Ismea.
Nel 2018 il numero delle aziende biologiche assicurate ha sfiorato la soglia delle 3.700 unità, con una crescita dell’89% rispetto al 2016: una crescita imponente che però va letta insieme al dato complessivo che fissa solamente al 6,3% la percentuale delle aziende bio assicurate sul totale.
Al pari dell’agricoltura convenzionale, tra i fattori che spiegano l’impennata dei contratti assicurativi nel biologico rientrano gli effetti dei cambiamenti climatici che hanno alzato il livello di attenzione verso uno strumento che beneficia, tra l’altro, di un robusto sostegno pubblico. A concorrere a una maggiore diffusione delle polizze contro grandine e gelo è tuttavia anche la maggiore consapevolezza della difficoltà delle aziende nella gestione dei rischi atmosferici, con le avversità climatiche che mettono a repentaglio la tenuta dei redditi.
All’aumento del numero delle aziende bio assicurate ha corrisposto un incremento anche più accentuato dell’impatto economico: i valori assicurati hanno raggiunto i 395,6 milioni di euro nel 2018, contro i 196,7 milioni del 2016 (+101%). I premi versati alle compagnie sono ammontati, nella stessa annata, a 31,2 milioni di euro, facendo segnare una crescita del 141% rispetto ai 13 milioni circa di due anni prima.
Come nelle aziende agricole tradizionali, anche in quelle biologiche i prodotti più assicurati sono l’uva da vino, seguita da mele e riso, ma valori altrettanto significativi si registrano per pomodori da industria, pere, soia, frumento tenero e mais. Le prime dieci produzioni coprono oltre l’85% del valore assicurato, contro il 76% osservato nell’intero mercato assicurativo.
Infine un’occhiata alla distribuzione geografica: il Nord registra la più alta incidenza per valori assicurati, con il 69,4% del totale, contro il 17,5% delle regioni centrali e il 13,1% del Mezzogiorno.