2 Settembre
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Costi agricoli, si impennano anche i prezzi dei fertilizzanti

Il caro petrolio ha spinto i prezzi dei fertilizzanti ai più alti livelli dal 2012. Lo rileva la Banca Mondiale e lo confermano gli analisti dell’Usda, il Dipartimento americano dell’agricoltura, ribadendo la stretta correlazione tra i prezzi di nutrienti e ammendanti e il listino del barile di greggio.

Dietro ai rincari – spiegano gli esperti della World Bank – ci sono anche gli squilibri di un mercato caratterizzato in questa fase da una domanda eccedentaria rispetto alle attuali disponibilità.

A fare da propellente sono stati tuttavia anche i forti rincari di cereali e semi di soia, che hanno offerto una sponda ai produttori per aggiornare i listini, in un mercato caratterizzato da un trend in ascesa ormai da novembre del 2020.

Tra i prodotti più rappresentativi del settore, si registrano quest’anno aumenti di oltre il 100% per il fosfato biammonico (il confronto è tra i prezzi del luglio 2021 con quelli di un anno fa), balzato ai massimi dal 2008. Più che raddoppiata, in soli dodici mesi, anche l’urea, ai più alti livelli da giugno del 2012.

Per garantire le forniture domestiche, alcuni grandi player cinesi (il Dragone è il primo esportatore mondiale di fosfato) hanno sospeso quest’estate le esportazioni, dirette soprattutto in India e Pakistan.

Sono state, in generale, le pressioni della domanda mondiale, oltre alla minore capacità produttiva e agli elevati costi energetici, a dare in Cina un forte impulso ai prezzi dei fertilizzanti, spingendoli nel Paese ai massimi di sempre. Determinanti anche i rincari degli input impiegati dall’industria del settore, con tensioni soprattutto sulle quotazioni di ammoniaca e zolfo.

In Italia le pressioni sui costi aziendali per l’acquisto dei mezzi correnti di produzione agricoli, dovuti ai rincari del comparto energetico e dei concimi, sono già evidenti, ma il consueto aggiornamenti dei listini autunnali potrebbe rendere ancora più amara la pillola. Per la Cia-Agricoltori Italiani i prezzi degli input stanno segnando aumenti a doppia cifra in tutte le regioni. Uno shock che in Puglia, denuncia l’organizzazione agricola, ha già portato a rincari del 25-50%, coinvolgendo anche altre voci, ad iniziare da mangimi, trasporti e acqua.

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