Corte dei Conti UE: il sostegno ai giovani agricoltori deve essere più mirato
Rendere più mirato il sostegno dell’Unione europea ai giovani agricoltori, in modo da promuovere efficacemente il ricambio generazionale nel settore primario. È l’invito che la Corte dei Conti europea formula all’interno della relazione speciale n. 10/2017, dove si evidenzia come il sistema di aiuti comunitari erogati alla popolazione agricola di età inferiore ai 40 anni sia spesso definito in maniera inadeguata, senza specificare i risultati e l’impatto.
I revisori dell’Unione si sono concentrati sui quattro Stati membri che registrano le spese più consistenti a favore dei giovani agricoltori: Francia, Spagna, Polonia e Italia.
L’organo di controllo ha riscontrato notevoli differenze tra la gestione dei pagamenti del primo pilastro, che per i giovani agricoltori prevedono l’integrazione dei pagamenti diretti con un ulteriore 25 %, e i pagamenti del secondo pilastro versati al primo insediamento.
Nell’ambito del primo pilastro – rileva la Corte – l’aiuto non si basa su una valida valutazione delle esigenze, non rispecchia l’obiettivo generale di incoraggiare il ricambio generazionale, non è sempre erogato ai giovani agricoltori che ne hanno bisogno ed è talvolta fornito ad aziende in cui i giovani svolgono un ruolo soltanto secondario. Gli Stati membri, inoltre, non coordinano i pagamenti del primo pilastro con il sostegno del secondo pilastro ai giovani agricoltori. L’aiuto viene erogato in forma standardizzata, senza rispondere ad altre esigenze specifiche se non quella di fornire un reddito supplementare. Il quadro comune per il monitoraggio e la valutazione non comprende indicatori di risultato.
Risponde invece più direttamente alle esigenze dei giovani agricoltori in materia di accesso alla terra, al capitale e alla conoscenza l’aiuto relativo al secondo pilastro, il cui importo è generalmente collegato alle esigenze e modulato per incentivare azioni specifiche, quali l’introduzione dell’agricoltura biologica o di iniziative per il risparmio idrico o energetico. Le autorità di gestione, tuttavia, non sempre hanno applicato procedure di selezione per dare priorità ai progetti migliori.
«Per rendere gli aiuti efficaci, l’UE e gli Stati membri devono in primo luogo definire meglio chi intendono aiutare e quale risultato debba perseguire l’assistenza europea; in seguito, devono concentrarsi sulla misurazione dei progressi compiuti», ha affermato Janusz Wojciechowski, l’auditor responsabile della relazione.
La Corte raccomanda alla Commissione europea e ai Paesi comunitari di:
- migliorare la logica di intervento, rafforzando la valutazione delle esigenze e definendo obiettivi che rispecchino lo scopo generale di promuovere il ricambio generazionale;
- rendere più mirate le misure, migliorando la selezione dei progetti e utilizzando piani aziendali;
- migliorare il monitoraggio e la valutazione attingendo alle migliori pratiche elaborate dagli Stati membri.
Nel periodo 2007-2020, l’Unione europea ha stanziato 9,6 miliardi di euro per aiuti specifici ai giovani agricoltori, allo scopo di promuovere la competitività delle aziende agricole e il ricambio generazionale in agricoltura. Se si aggiunge il cofinanziamento, da parte degli Stati membri, delle misure di insediamento previste dal pilastro 2, il sostegno pubblico ammonta in totale a 18,3 miliardi di euro.
(© Osservatorio AGR)