Corte dei conti europea: la lotta dell’Unione allo spreco alimentare è inefficace
La lotta dell’Unione europea allo spreco alimentare allo stato attuale non può dirsi efficace. È quanto sostiene la Corte dei Conti europea nel rapporto intitolato “Lotta allo spreco di alimenti: un’opportunità per l’UE di migliorare, sotto il profilo delle risorse, l’efficienza della filiera alimentare”.
Secondo la Corte, a dispetto della crescente importanza dello spreco alimentare nell’agenda politica, l’ambizione della Commissione europea sul tema è scemata nel tempo. Le azioni intraprese sinora oltre che frammentate e intermittenti sono state prive di coordinamento da parte dell’organo esecutivo dell’Unione. La Corte inoltre rileva come tanto l’assenza di una definizione comune del concetto di “spreco alimentare” e di parametri condivisi per misurarlo quanto la presenza di barriere amministrative che limitano le possibilità di donazione ostacolino un’azione coerente e chiara contro lo spreco di cibo a livello comunitario.
Gli interventi contro lo spreco alimentare – prosegue la relazione – dovrebbero riguardare l’intera filiera con potenziali vantaggi per tutti gli attori. Maggior enfasi andrebbe posta sulla prevenzione, giacché i benefici derivanti dall’evitare gli sprechi sono maggiori rispetto a quelli derivanti dall’occuparsene a posteriori.
Le opportunità offerte da una serie di politiche dell’UE non sono state ancora colte. Importanti settori di intervento, quali l’agricoltura, la pesca e la sicurezza alimentare, svolgono tutti un ruolo e potrebbero essere utilizzati per meglio combattere lo spreco alimentare. Tuttavia la Corte riconosce come nel tempo le modifiche alle politiche, comprese le riforme della Pac, abbiano avuto un impatto positivo. Ad esempio, l’abbandono graduale della politica agricola basata sugli interventi ha ridotto la sovrapproduzione.
Tra gli elementi valutati positivamente figurano anche i messaggi educativi che accompagnano misure comunitarie come la campagna “Frutta nelle scuole”. Sono invece oggetto di critica la confusione tra data di scadenza (consumarsi entro) e termine minimo di conservazione (preferibilmente entro) riscontrata sulle etichette di prodotti molto simili e gli errori nei dati sulle quantità, i valori e la destinazione (tra cui la donazione gratuita) dei prodotti ortofrutticoli ritirati dal mercato in seguito alla recente crisi dei prezzi.
La relazione si conclude con una serie di raccomandazioni rivolte alla Commissione.
In primo luogo, la strategia dell’UE per combattere lo spreco alimentare dovrebbe essere potenziata e coordinata meglio. La Commissione dovrebbe partire dalle misure inizialmente prese e sviluppare un piano d’azione per gli anni a venire. Inoltre, nel coordinare le varie politiche potenzialmente in grado di lottare contro lo spreco di cibo, dovrebbe tener conto dello spreco di alimenti nelle proprie future valutazioni d’impatto e allineare maggiormente le diverse politiche comunitarie che lo possono combattere.
In particolare, per quanto concerne la Pac, la tematica dello spreco alimentare dovrebbe essere inclusa nel prossimo riesame della politica. La Commissione dovrebbe altresì incoraggiare gli Stati membri a dare priorità all’obiettivo di combattere lo spreco di alimenti all’atto della programmazione delle spese future: ad esempio, rendendolo uno degli obiettivi del prossimo periodo di programmazione dello sviluppo rurale.
Infine, per facilitare la donazione di alimenti che andrebbero altrimenti sprecati, la Commissione potrebbe utilmente chiarire l’interpretazione di disposizioni giuridiche che possono scoraggiare le donazioni.
(© Osservatorio AGR)