Coronavirus: emergenza sanitaria ed economica
L’epidemia di coronavirus che sta colpendo l’Italia ha
conseguenze drammatiche per la salute dei cittadini, con oltre 80 morti fino al
4 marzo, ma anche per l’economia del nostro Paese, basti pensare a cosa sta
succedendo nel comparto turistico, praticamente azzerato.
Anche l’agricoltura comincia a sentire le conseguenze dell’emergenza: oltre a
possibili problemi di export, attualmente non verificatisi ma sempre possibili,
c’è da mettere in conto anche la difficoltà in cui potrebbero trovarsi alcuni
comparti per quanto riguarda l’approvvigionamento di materie prime.
In questo senso va, ad esempio, l’allarme lanciato da Assalzoo, l’Associazione nazionale tra i produttori di
alimenti zootecnici. Tenuto conto che il nostro Paese è fortemente dipendente
dall’estero per le materie prime per le produzioni alimentari e mangimistiche,
Assalzoo «chiede al Governo di riservare la massima attenzione al problema
degli approvvigionamenti di tali materie prime che possono derivare in
conseguenza di misure cautelari che molti Paesi esportatori hanno preso, o
intendono prendere, nei confronti dell’Italia».
Il Governo ha cominciato ad agire per alleviare i problemi delle aziende più
colpite, quelle che ricadono nelle «zone rosse» in Lombardia e Veneto:
sospensione del pagamento dei tributi fino al prossimo 31 marzo; interventi per
garantire liquidità alle imprese agricole per estinguere i debiti bancari
attraverso mutui a tasso zero; cassa integrazione in deroga per i lavoratori
del settore agricolo; sostegno alle aziende agricole che esercitano attività
agrituristiche con la sospensione di tutti i versamenti contributivi,
previdenziali, e dei premi per l’assicurazione obbligatoria.
La ministra delle politiche agricole Teresa Bellanova ha inoltre trasmesso alla
Conferenza Stato-Regioni un decreto che prevede l’anticipazione dell’erogazione
degli aiuti della Pac relativi all’annualità 2020.
Pertanto, gli agricoltori che presenteranno una domanda di pagamento entro il
prossimo 15 maggio (ammesso che tale scadenza rimanga invariata e non
intervenga una proroga) riceveranno dal proprio organismo pagatore un acconto
pari al 50% del dovuto. Le somme saranno liquidate presumibilmente entro
l’estate, senza quindi aspettare le scadenze standard previste dai regolamenti
europei.