Cina, produzione cerealicola in calo: è la prima volta in 13 anni
Diminuisce, per la prima volta dal 2003, la produzione cerealicola cinese che, stando ai dati dell’Ufficio Nazionale di Statistica, con 616,2 milioni di tonnellate registra una contrazione dello 0,8%.
Due sono i fattori che hanno determinato il calo di quest’anno: in primo luogo le inclementi condizioni meteorologiche che hanno interessato le province nord-orientali del Paese asiatico, causando notevoli danni al raccolto di frumento. Ma un peso anche maggiore ha avuto la riduzione dell’area destinata alla coltivazione del mais che, dopo dodici anni di crescita ininterrotta, è diminuita del 3,6%. Il risultato è stato una flessione del 2,3% della produzione di mais, scesa a 219,6 milioni di tonnellate. La riduzione della coltivazione di questo cereale è frutto di precise scelte di politica agricola: il governo cinese ha infatti da tempo annunciato di voler aumentare la produzione nazionale di soia, con l’obiettivo di incrementare di 400mila ettari la superficie destinata alla semina del legume.
Ciò sta avvenendo principalmente nelle province orientali, dove gli agricoltori sono incoraggiati ad abbandonare il mais a vantaggio della soia. Inoltre la scorsa primavera il governo cinese ha annunciato l’abbandono del regime dei prezzi minimi, che prevede interventi statali quando le quotazioni di mercato delle colture scendono sotto una soglia prefissata. In tal caso le autorità governative procedono ad acquisti da inserire nelle riserve nazionali, così da garantire una relativa stabilità dei prezzi dei cereali. In un prossimo futuro un simile meccanismo non sarà più applicato. Il governo centrale ha quindi deciso di lasciare che le quotazioni seguano il mercato, ma ha altresì annunciato che fornirà sussidi agli agricoltori nelle principali zone di coltivazione, per tutelare i loro interessi.
(© Osservatorio AGR)