Campagna pomodoro al Nord con più certezze
Entro il prossimo 6 marzo l’Organizzazione interprofessionale (Oi) del pomodoro da industria del Nord Italia dovrà ricevere il deposito dei contratti sottoscritti per la campagna 2020 e verificare le condizioni stabilite dalla programmazione concordata tra le organizzazioni dei produttori (Op) e le industrie di trasformazione, che ha fissato obiettivi massimi di superficie e di quantità per la dotazione di ogni singola Op.
L’eventuale mancato rispetto degli impegni, per superficie e quantità eccedenti, comporterà delle trattenute economiche che andranno a formare un fondo, gestito dall’Oi, per lo sviluppo della filiera.
Quest’anno il prezzo di riferimento stabilito dall’accordo per il pomodoro da industria del Nord Italia è di 88 euro/tonnellata (compreso 1 euro/t di servizi alle organizzazioni professionali), quindi presenta un leggero aumento rispetto agli 87 euro dello scorso anno. Per il pomodoro bio il prezzo sarà invece di 136 euro/tonnellata. Ritoccata anche la base 100 per gli zuccheri nel prodotto, che viene abbassata da 4,95 a 4,90° Brix per avvicinarla alla media reale del territorio.
Oltre alla tempistica, finalmente in linea con le necessità di pianificazione delle aziende agricole, la vera novità positiva del contratto firmato quest’anno è costituita dalle modalità della programmazione produttiva che le parti hanno saputo concordare, cosa mai avvenuta in passato, mentre riguardo alla parte economica non sono mancate le critiche, secondo le quali il patto siglato non assicura una reale valutazione della qualità del pomodoro.
Particolarmente severo il giudizio di FederBio (Federazione di organizzazioni di tutta la filiera dell’agricoltura biologica e biodinamica) e AssoBio (Associazione delle imprese italiane di trasformazione e distribuzione dei prodotti biologici) organismi secondo i quali, pur incrementando di circa il 4% il compenso al produttore rispetto agli anni precedenti, il prezzo del pomodoro bio concordato continua a testimoniare una situazione di grave rischio per l’integrità delle filiere e dell’intero settore. Il prezzo infatti è ben al di sotto del «prezzo giusto» calcolato da Federbio Servizi in 180 euro/tonnellata.