Buone notizie dalla vendemmia 2021, anche se in calo
Assoenologi, Ismea e Unione italiana vini hanno reso note le previsioni vendemmiali 2021 che tracciano un quadro in calo per quanto riguarda le quantità, ma lasciano spazio all’ottimismo sull’andamento complessivo della campagna.
La produzione nazionale di vino 2021 dovrebbe scendere a 44,5 milioni di ettolitri, un dato in calo del 9% rispetto ai 49 milioni di ettolitri del 2020. Nonostante la contrazione, determinata dalle anomalie di un meteo sempre più protagonista, non viene scalfito il primato produttivo tricolore in un’annata che vede la Spagna ferma attorno ai 40 milioni di ettolitri e la Francia penalizzata da un andamento climatico particolarmente avverso.
Per quanto riguarda la qualità sarà generalmente buona, con svariate punte di ottimo.
L’ultima parola, ovviamente, la darà il mese di settembre, come sempre decisivo per il risultato finale.
L’ottimismo tra gli operatori deriva però soprattutto dal mercato: sul fronte cruciale della ripartenza ci sono segnali incoraggianti sia dalla domanda estera (2,7 miliardi di euro e +11% il risultato dell’export nei primi 5 mesi dell’anno) sia sul mercato interno, trainato dalla riapertura dell’Horeca e dalla ripresa del turismo.
Dopo una campagna 2020-21 con i prezzi in flessione del 3% (indice Ismea), la prospettiva di una minor produzione per la vendemmia in corso, assieme alla ritrovata dinamicità della domanda, genera ottimismo anche sull’andamento futuro dei listini. Segnali di forte crescita si registrano su tutte le principali piazze, come USA (+18% valore tra gennaio e maggio), Canada (+13%), Svizzera (+19%) e Giappone (+2%), ma assistiamo a forti rimbalzi anche in Russia e Cina.
Tornando al capitolo produzione, nella classifica per regioni, il Veneto si conferma capofila con quasi 11 milioni di ettolitri, seguito da Puglia (8,5), Emilia-Romagna (6,7) e Sicilia (3,9). Spicca la contrazione della Toscana, vessata dalle gelate di aprile che hanno determinato una perdita del 25% del raccolto regionale, senza risparmiare il resto del Centro Italia (Umbria -18%, Marche -13% e Lazio -10%).
Al Nord è la Lombardia a registrare il decremento più importante (-20%), mentre sul versante Est si segnala il -15% dell’Emilia-Romagna, con il resto delle regioni che oscillano tra il -10% e -7%. Incrementi produttivi, invece, per Sicilia, Calabria e Campania.