«Bomba» Trump sull’export agroalimentare europeo. La minaccia di imporre dazi.
L’Amministrazione Trump lancia «la bomba» sul commercio con l’Unione Europea: la minaccia è di imporre dazi su Pecorino e formaggi come Emmental, Cheddar, ma anche yogurt, burro, vini frizzanti e non, agrumi, olio d’oliva, marmellata.
Prima di attivarli, gli Stati Uniti attenderanno che la Wto, l’Organizzazione mondiale del commercio, stimi il valore di quelle che vengono definite «contromisure contro i sussidi europei a Airbus che da 14 anni sono oggetto di contenzioso» tra Bruxelles e Washington.
Il danno previsto all’Ue «è di 11 miliardi di dollari», si legge nel comunicato del Dipartimento Usa per il commercio.
Per l’Italia, che ha negli Usa uno dei principali partner commerciali, il danno sarebbe gravissimo: basti pensare al Prosecco e, soprattutto, al Pecorino, che esporta negli Usa il 60% della produzione.
Il valore complessivo delle esportazioni agroalimentari italiane negli Usa è pari a 4,2 miliardi e rappresenta circa il 10% del totale delle esportazioni nazionali che è stato di 42,4 miliardi nel 2018.
Le minacce di Trump arrivano in una situazione resa già difficile per l’agroalimentare made in Italy dalla Brexit, dove l’arrivo di dazi e di ostacoli doganali e amministrativi potrebbe rendere più difficili le consegne dall’Italia e favorire le importazioni da Paesi extracomunitari.
«Mettere i dazi non serve a niente, perché dazio chiama dazio. Se Trump mette i dazi sull’Italia, noi li metteremo sugli Stati Uniti e di nuovo Trump li metterà su vari prodotti. Così ci saranno problemi per tutti coloro che importano ed esportano».
Queste le parole del ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali Gian Marco Centinaio a proposito della minacciata decisione degli Usa di imporre dazi per 11 miliardi all’Unione Europea come ritorsione per presunti «torti» subiti.
«È stupido – secondo il ministro Centinaio – mettere i dazi, non ha senso, non si tutela l’economia e si fa uno sgarro all’Italia che non è fatta di stupidi, di conseguenza, se qualcuno mette i dazi sui nostri prodotti vorrà dire che andremo a cercare altri mercati, poi però non si lamentino».