7 Giugno
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Biodiversità vinicola: l’Italia primo Paese al mondo

Con il 75% della superficie vitata (690mila ettari in totale, di cui 650mila per l’uva da vino) coperto dagli 80 vitigni più coltivati, l’Italia risulta di gran lunga il primo Paese al mondo per biodiversità vinicola.

 

Il dato è emerso durante il Congresso mondiale della vigna e del vino, svoltosi recentemente a Sofia, in occasione del quale l’Organizzazione internazionale della vigna e del vino (OIV) ha presentato il suo Bilancio 2017 sulla situazione vitivinicola mondiale.

 

Nella classifica relativa alla biodiversità, il Belpaese distacca ampiamente i principali competitor sul fronte della produzione e delle esportazioni enoiche: Francia e Spagna, infatti, vedono il 75% dei loro vigneti coperti da meno di 15 varietà. Ma anche i Paesi che si collocano in seconda e terza posizione, vale a dire Portogallo e Romania, non vanno oltre i 40 vitigni dislocati sui tre quarti delle aree vitate.

 

I dati diffusi dall’OIV indicano, inoltre, che in Italia il vitigno più coltivato è il Sangiovese, che rappresenta l’8% del vigneto totale, seguito da Montepulciano, Glera e Pinot Grigio (4% a testa) e dal Merlot (3%), mentre gli altri vitigni pesano per il 77%.

 

In Francia, invece, il vitigno più coltivato è il Merlot (14% del vigneto totale, che conta 785mila ettari), seguito dall’Ugni Blanc (trebbiano) e dal Grenache (10%), dal Syrah (8%) e dallo Chardonnay (6%), con queste cinque varietà che da sole valgono il 48% del totale.

 

Situazione ancora più polarizzata in Spagna, dove il grosso del vigneto (975mila ettari) è composto da Airen (22%) e Tempranillo (21%), e poi Bobal e Garnacha (6%) e Viura (o Macabeu, 5%), con tutti gli altri vitigni relegati nel restante 40% di superficie vitata.

 

Tra gli aspetti particolarmente significativi evidenziati dall’OIV, si segnala che a fronte delle oltre 10mila varietà di vite (tra varietà da vino e da tavola) conosciute al mondo, soltanto 13 rappresentano oltre un terzo della superficie vitata totale e 33 più della metà.

 

La più coltivata in assoluto è la varietà Kyoho, uva da tavola che occupa 365mila ettari nel mondo e che da sola copre il 44% degli 847mila ettari vitati complessivi della Cina, dove il 60% del vigneto totale è riservato a uva da tavola.

 

Al secondo posto il Cabernet, che con 340mila ettari è la varietà da vino più coltivata e precede l’uva Sultanina (300mila ettari), utilizzata invece prevalentemente come uva da tavola.

 

Seguono il Merlot (266mila ettari), il Tempranillo (231mila), l’Airen (218mila), lo Chardonnay (211mila), il Sirah (190mila), il Grenache Noir (163mila ettari), la Red Globe (uva da tavola, con 160mila ettari), il Sauvignon Balnche (121mila), il Pinot Nero (115mila) e l’Ugni Blanc o Trebbiano Toscano (111mila ettari).

 

(© Osservatorio AGR)

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