20 Settembre
imprese & mercati

Aumenta la spesa per beni alimentari nel primo semestre 2017: +2,5% rispetto al 2016

Torna a crescere la spesa degli italiani per l’acquisto di beni alimentari che, dopo cinque anni di segno negativo, nel primo semestre 2017 aumenta del 2,5% rispetto allo stesso periodo del 2016, segnando un +3,2% per i cibi confezionati e un +1,1% per quelli freschi.

 

È quanto emerge dall’ultimo rapporto pubblicato dall’Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare (Ismea), i cui dati evidenziano una spesa superiore mediamente per tutte le categorie merceologiche. Fanno eccezione a questa tendenza i prodotti della filiera lattiero-casearia, che continua a scontare il calo dei consumi di latte, mentre resta stabile la spesa per derivati dei cereali e per oli e grassi vegetali.

 

Rispetto al primo semestre 2016, le vendite di prodotti ittici sono aumentate del 7,4% per i prodotti freschi e del 4,2% per quelli trasformati; le bevande crescono del 4,5% (con le birre che superano l’8%); i salumi segnano un +3,2% e le carni suine fresche un +1,2%.

 

Tra i prodotti che hanno fatto registrare crescite più rilevanti si è distinta la frutta (+5,8%), la cui stagione è stata fortemente condizionata dal decorso climatico, sia per quanto attiene l’offerta che la domanda. Nella prima fase dell’anno, quando le gelate hanno ridotto l’offerta, i prezzi hanno reagito con incrementi rilevanti; nel corso dell’estate, invece, il caldo eccessivo ha provocato, sul fronte dell’offerta, una concentrazione produttiva per le principali drupacee (pesche, nettarine, albicocche), mentre sul fronte della domanda ha spinto in alto i consumi. Il risultato di questi fenomeni è stata una grande fluttuazione dei prezzi.

 

In aumento, secondo il rapporto Ismea, anche la spesa per gli ortaggi (+5,5%), che per le gelate nei mesi invernali sono risultati contenuti nei volumi, favorendo così l’aumento dei prezzi unitari; in particolare, il maggior aumento di spesa si ritrova per gli ortaggi trasformati, proprio per essere stati prodotti sostitutivi nei periodi di quasi totale assenza di prodotti freschi.

 

Si conferma, invece, la flessione della spesa per il latte e i suoi derivati, nonostante un generalizzato aumento dei prezzi medi di vendita. Il comparto è comunque sostenuto da una buona spinta dell’export, in grado di compensare il momento poco felice in ambito nazionale. In questo segmento, a veder scendere la spesa sono quasi tutte le referenze, a partire dal latte fresco (-4%), sempre più spesso sostituito da prodotti alternativi, allo yogurt tradizionale (-3%), per arrivare alle flessioni tra l’1% e il 2% della spesa per i formaggi molli, duri e semiduri.

 

In generale, sottolinea l’Ismea, si nota come tra i prodotti confezionati aumenti la spesa per le referenze legate al tempo libero e ai momenti di relax, quali gelati, snack salati, birre, bevande analcoliche e succhi di frutta, mentre per i segmenti di più classico uso quotidiano, quali farine, yogurt e latte fresco, la spesa si stia gradualmente riducendo.

 

(© Osservatorio AGR)

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