Una lettura in 5 tappe per celebrare la giornata mondiale dell’alimentazione
La giornata mondiale dell’alimentazione, che si tiene ogni 16 ottobre dal 1979, celebra la creazione della FAO, avvenuta lo stesso giorno del 1945 in Québec. È un’occasione non solo di sensibilizzazione sul tema della fame nel mondo, ma anche di approfondimento di alcuni temi specifici. Nel corso degli anni ne sono stati trattati diversi: il rapporto tra agricoltura e risorse idriche, il ruolo delle comunità rurali nella sfida della food security, il tema della sostenibilità ambientale etc.. Quest’anno è stata la volta dei cambiamenti climatici e in particolare del contributo che l’agricoltura può dare alla loro mitigazione.
Per l’occasione abbiamo pensato di proporre una scelta ragionata di letture sul tema del cibo capaci di tenere insieme le vicende che hanno modificato, nel tempo, l’approccio alla lotta contro la fame e l’evoluzione del rapporto tra cibo e società.
Si parte da un mantra del nostro tempo, “piccolo è bello”, divenuto ormai planetario. Accomuna le economie in via di sviluppo, per le quali il ruolo del cosiddetto small farming è una imprescindibile chiave per la sicurezza degli approvvigionamenti, a quelle emergenti e moderne, dove le chiavi di lettura adottate dal consumatore tendono a far coincidere il “piccolo è bello” con sano, sostenibile e buono. Per leggere questo tassello del percorso proponiamo una lettura del passato, Small is beautiful. A Study of economics as if people mattered, di E.F. Schumacher (Harper & Row Ed., 1973), che anticipa, a nostro giudizio, il consolidamento di una serie di fenomeni socio-economici tutt’ora attuali e ci aiuta a ricostruire la cornice più generale entro la quale inquadrarli.
Il secondo tassello è Corsa alla Terra, curato da Paolo De Castro (Donzelli Ed., 2012). Qualche anno prima di Expo e a ridosso della prima grande crisi dei prezzi agricoli, dopo quelle che negli anni Settanta avevano accompagnato le tensioni sul mercato petrolifero, questo volume riflette sul cambiamento radicale avvenuto sullo scenario agroalimentare mondiale a partire dalla metà degli anni Novanta. Spiega le molteplici connessioni tra fenomeni che spesso trattiamo isolatamente (land grabbing, speculazione finanziaria, scorte alimentari, etc.) partendo dalla terra, dal suo rapporto con il clima, l’acqua e la biodiversità. Una lettura che ci permette di inquadrare la parte hard del rapporto tra cibo e società chiamando in causa il ruolo delle istituzioni economiche e politiche.
Dalla terra passiamo all’innovazione. Un primo suggerimento è quello di dare uno sguardo ad una delle prime sistematizzazioni critiche della cosiddetta “rivoluzione verde”, contenuta nel volume di Bernhard Glaeser, edito da Routledge nel 1981 e ripubblicato nel 2011, dal titolo The green revolution revisited. Critique and alternatives. Un focus sulla dimensione ecologica e sociale del rapporto tra agricoltura e innovazione, che spiega bene i fallimenti dell’approccio “one size fits all”, che per molti ha caratterizzato il modo di fare e trasferire ricerca in agricoltura in giro per il mondo. Oggi l’imperativo è contestualizzare, personalizzare le soluzioni, ricercando la collaborazione dei potenziali beneficiari già nella fase di generazione dell’innovazione. Quella che gli studiosi chiamano la co-creazione di innovazione.
Per staccare un momento dai libri suggeriamo la visita ad una delle più belle piattaforme dedicate alla conoscenza in agricoltura, “Feeding knowledge”, realizzata in occasione di Expo. Partorita dalla collaborazione tra CIHEAM e Politecnico di Milano, contiene analisi, orientamenti e buone pratiche che hanno coinvolto centinaia di esperti, istituzioni, policy maker e centri di ricerca, ma soprattutto molti agricoltori.
Le ultime due letture consigliate sono dedicate al rapporto tra consumi alimentari e società.
La prima è una visione storica del rapporto tra cibo e globalizzazione che ci viene raccontata da Nuetzenadel e Trentmann. I due autori, da sempre impegnati sui temi dell’antropologia e della sociologia del cibo, nel libro Food and globalization. Consumption, market and politics in the Modern World (Bloomsbury Ed., 2008), riescono in modo chiaro a spiegare l’evoluzione degli stretti legami tra cibo, consumo, culture e organizzazione dei mercati agroalimentari e ad inquadrare i passaggi storici fondamentali che hanno modellato questa maglia di rapporti fino ai nostri giorni.
La seconda è una ricostruzione delle diverse rappresentazioni che il cibo assume oggi, frutto di fattori culturali, storici, religiosi e sociali il cui spazio d’interazione è sempre più ampio è permeabile. Venticinque saggi dedicati a questi aspetti sono contenuti nel recentissimo volume The Routledge history of American Foodways (Routledge Ed., 2016), che mette sotto la lente d’ingrandimento le dinamiche della più importante arena mondiale del cibo, quella USA, e ci fa cogliere l’importanza dei molteplici aspetti del nostro essere, nascosti dietro i comportamenti di consumo della nostra società.
(© Osservatorio AGR)