Terreni agricoli in affitto: cresce la domanda
di Patrizia Tomasso
Terreni agricoli in affitto: il quadro europeo
L’affitto di terreni agricoli continua ad attirare l’attenzione degli agricoltori interessati ad aumentare la dimensione fisica dell’impresa per raggiungere maggiori livelli di efficienza attraverso le economie di scala.
Per colmare il divario strutturale che ancora caratterizza l’agricoltura italiana rispetto a quella di altri Paesi europei, lo strumento dell’affitto di terreni agricoli rimane una leva molto importante, che ha consentito all’Italia di fare notevoli passi in avanti negli ultimi decenni. A metà degli anni Novanta, nella Penisola, l’incidenza della superficie agricola in affitto era poco più della metà rispetto a quella registrata in Europa (21% contro 40%). Nel 2013, invece, secondo le rilevazioni Eurostat, in Italia, l’incidenza dell’affitto è stata pari al 39%, contro una media UE del 48%.
Il caso italiano: le superfici agricole in affitto
Sulla base dell’indagine Istat relativa allo stesso anno, la Superficie Agricola Utilizzata (SAU) gestita in affitto, comprensiva dell’uso gratuito, in Italia ammonta a 5,2 milioni di ettari, con un incremento del 7% rispetto al 2010. A livello territoriale il trend positivo riguarda in particolare le regioni meridionali (+8%), seguite da quelle settentrionali (+7%) e centrali (+5%). La maggior parte della SAU condotta in affitto è però concentrata nell’Italia Settentrionale, in particolare nelle regioni del Nord-Ovest, dove riguarda quasi due terzi della superficie agricola. Sono soprattutto le aziende medio-grandi (oltre 50mila euro di fatturato) che, per incrementare le proprie superfici, preferiscono ricorrere a uno strumento che, rispetto all’acquisto, si caratterizza per la maggiore flessibilità e il minore impegno finanziario. Inoltre, tale strumento è diffuso soprattutto tra i giovani agricoltori: vi ricorre, infatti, il 58% delle aziende con conduttori di età inferiore ai 40 anni. L’incidenza, rilevante anche nei conduttori della fascia di età 40-60 anni, cala drasticamente per i più anziani, ormai meno interessati alla crescita dell’impresa.
L’uso gratuito riguarda complessivamente l’8,2% dei terreni agricoli, con un’incidenza che aumenta in termini relativi passando dalla pianura alla montagna, dove verosimilmente i terreni marginali vengono dati in comodato gratuito dai proprietari piuttosto che essere lasciati incolti.
Figura 1 – Ripartizione della SAU (ha e %) per titolo di possesso dei terreni
Fonte: Istat, Superfici e produzioni delle aziende agricole, 2013
Le tendenze recenti
Nel 2015 il mercato dell’affitto di terreni agricoli si presenta particolarmente dinamico nelle regioni settentrionali, con domanda in crescita e superiore all’offerta, mentre nelle regioni centrali e meridionali gli operatori del settore segnalano una leggera ripresa del mercato, sebbene l’offerta tenda ancora a prevalere sulla domanda. Secondo gli operatori intervistati nel corso dell’indagine svolta dalle sedi regionali del CREA (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria), permane un forte interesse per terreni da dedicare a colture di pregio da parte di agricoltori professionali con aziende di media dimensione, alla ricerca di ulteriori fonti di reddito.
Politiche di sviluppo rurale e colture dedicate: quali effetti?
Tra i fattori di ripresa del mercato figura anche l’attesa per l’attivazione di diverse Misure previste nei Programmi di sviluppo rurale (Psr). In particolare gli operatori si aspettano un ulteriore incremento della domanda da parte di giovani imprenditori che beneficiano delle misure del primo insediamento, oltre che dai beneficiari dei pagamenti agro-climatici-ambientali.
Di contro, va segnalato il calo generalizzato dell’interesse a investire nel comparto bioenergetico, con conseguente ribasso dei canoni per i terreni da destinare a colture energetiche. Il fenomeno risulta evidente in tutte le regioni tradizionalmente vocate a questo tipo di produzioni, anche per il fisiologico rallentamento della crescita degli impianti a biomasse – per produzioni sia di biogas sia di biocarburanti – legato al processo di aggiustamento tra domanda e offerta a livello locale.
Terreni in affitto: durata e caratteristiche
Per quanto riguarda la durata dei contratti di affitto, tanto i rinnovi quanto le nuove contrattazioni sono generalmente stipulati per periodi medio-brevi, anche a causa del clima di incertezza sulla situazione futura, mentre si consolida l’aumento, già visto in passato, del numero di contratti regolari, sebbene nelle zone montane rimangano ancora diffusi gli accordi verbali e i pagamenti in natura. Anche la diffusione di contratti di filiera, soprattutto nelle zone destinate a produzioni di pregio a denominazione, sembra aver incoraggiato il ricorso all’affitto.