Semine di riso completate con supporto tecnico da remoto
Secondo la rilevazione dell’Ente Risi, crescono le superfici investite sia in Italia sia nel resto del Mondo. L’Usda prevede un raccolto record nella campagna 2020-2021.
Nessuno stop nelle risaie italiane, nonostante l’emergenza coronavirus. A tracciare il bilancio delle semine 2020 è l’Ente Nazionale Risi che a fine maggio registra un andamento regolare delle operazioni, in un contesto climatico complessivamente favorevole.
L’assenza, o quasi, di precipitazioni, abbondanti invece in questa fase iniziale di giugno, ha permesso un’ottimale preparazione dei terreni, scrivono gli esperti, con una novità imposta dal lockdown, quella della consulenza a distanza.
Le tecnologie digitali hanno largamente supportato le attività di assistenza tecnica ai risicoltori, nonostante il blocco degli spostamenti fisici, coadiuvate da fotografie, filmati e videochiamate, soprattutto per la valutazione dello stato dei terreni, per l’individuazione delle infestanti e per la scelta dei principi attivi da applicare in presemina.
Un’esperienza giudicata positivamente da buona parte degli operatori, che hanno potuto fronteggiare la situazione servendosi dei propri smartphone e aiutandosi con applicazioni informatiche di messaggistica istantanea. Una conferma in più di quanto oggi la tecnologia consenta, anche agli agricoltori, di ottimizzare operazioni e tempistiche, riducendo ove possibile anche i costi a carico delle aziende e gli spostamenti con mezzi propri.
Aspetti innovativi a parte, in assenza di condizioni ostative particolari e al netto di Covid-19, la fotografia scattata alla fine dello scorso mese dall’Ente Risi certifica il completamento (o quasi) delle operazioni di semina.
In generale – spiegano gli esperti – si osserva un maggiore ricorso rispetto all’anno scorso alla semina interrata a file, ovvero in asciutta, una tecnica alternativa a quella tradizionale con sommersione, destinata presumibilmente a interessare aree sempre più estese in tutte le aree vocate alla risicoltura.
Basandosi sull’ultimo sondaggio dell’Ente Risi, si prevede quest’anno una crescita degli investimenti di circa 5.600 ettari, corrispondenti a un aumento del 2,5% rispetto al 2019. La previsione è di un’area complessivamente seminata di 225.600 ettari, con incrementi significativi per le varietà tonde, ma riduzioni per i risi Japonica e i Lunghi A, con flessioni in particolare per l’Arborio, il Carnaroli e l’Indica.
Anche a livello globale la risicoltura guadagna ettari. Secondo l’Usda, il Dipartimento dell’agricoltura statunitense, l’area globale dedicata alla coltivazione del riso aumenterà quest’anno dell’1,5%, portandosi a 163 milioni di ettari, una superficie solo di poco inferiore al record toccato nel 2016.
A spingere sulle semine sono tutti maggiori Paesi produttori. Incrementi sono previsti in India e Indonesia, in Cina, in Myanmar, in Tailandia e negli Usa, mentre tra i big è prevista una contrazione solo in Brasile e nelle Filippine, di entità comunque modesta.
Le previsioni degli analisti americani, in attesa di un maxi rimbalzo dei rendimenti unitari negli Stati Uniti e in Thailandia, indicano, per la campagna 2020-2021, un raccolto record su scala mondiale di quasi 502 milioni di tonnellate, in aumento del 2% sulla scorsa stagione. Analoga, anche nel tasso annuo di crescita, la dinamica dei consumi, previsti a 498,1 milioni di tonnellate, con spinte soprattutto da Cina e India e dai Paesi dell’Africa Sub-Sahariana.
Quanto alle scorte, il pieno dei raccolti 2020-2021 comporterà il 14° aumento di fila delle giacenze globali di riso, valutate al massimo storico di 184,2 milioni di tonnellate. Un risultato motivato soprattutto dalla forte crescita degli stock indiani, che il governo di New Delhi ha voluto rafforzare dopo l’emergenza di Covid-19, e da un’analoga tendenza prevista in Cina.
Da rilevare che il Dragone, con 117 milioni di tonnellate, detiene più del 63% delle scorte mondiali di riso. Significativa anche la quota indiana, pari ad oltre il 20%, con giacenze per 38 milioni di tonnellate.
Le previsioni contemplano anche un aumento del commercio internazionale, in controtendenza con la dinamica degli ultimi due anni. Le movimentazioni di risi riguarderanno un quantitativo di oltre 45 milioni di tonnellate, terzo maggior volume della storia, in crescita del 6% su base annua.