Il ruolo dei vini e prodotti Dop e Igp per l’agroalimentare italiano e veneto
di Denis Pantini
L’entrata in vigore – seppur provvisoria – dell’accordo di libero scambio tra Canada ed Unione europea ha, tra le altre cose, riportato l’attenzione sull’annosa questione della tutela delle indicazioni geografiche, prevedendo il riconoscimento e la conseguente protezione giuridica per un elenco di 172 prodotti Dop e Igp, di cui 41 italiani. Si tratta di un tema spesso all’ordine del giorno nei dibattiti tra gli stakeholders del sistema agroalimentare, alla luce del ruolo che questi prodotti detengono per lo sviluppo dei territori e delle economie locali. Ma a quanto ammonta effettivamente il valore che i prodotti alimentari e i vini ad indicazione geografica sono in grado di generare per l’Italia?
Il valore economico del food&beverage Dop e Igp italiano
Ad oggi, il nostro Paese vanta 285 riconoscimenti Dop e Igp in tema di prodotti alimentari e 523 nel settore dei vini. Le aziende agricole collegate a questo sistema certificato (sempre per quanto riguarda i prodotti food) sono quasi 75.000 a cui si associano circa 6.850 imprese di trasformazione. Il valore alla produzione si avvicina ai 6,4 miliardi di euro.
Nel caso dei vini, la produzione ad indicazione geografica è risultata – nel 2015 – pari ad oltre 34 milioni di ettolitri, vale a dire oltre i 2/3 dell’intera produzione nazionale. Ma la centralità del ruolo che i vini a denominazione detengono nel sistema vitivinicolo italiano è soprattutto desumibile sul fronte dell’export: 4,4 miliardi di euro, oltre l’80% del valore collegato alle vendite oltre frontiera di tutti i vini del Belpaese.
Il peso dei Dop e Igp nell’economia agroalimentare veneta
All’interno del panorama nazionale, il Veneto rappresenta una delle principali regioni in termini di vini e prodotti a marchio Dop e Igp. Mentre nel vino questa supremazia si esplica trasversalmente sul versante dell’offerta e dei valori espressi, nel caso dei prodotti alimentari la rilevanza è circoscritta al comparto dei formaggi, alla luce del fatto che pur contando 36 riconoscimenti, la gran parte di questi fa riferimento a piccole produzioni, in particolare ortofrutticole. Tanto è vero che su un valore alla produzione collegato al paniere food regionale Dop e Igp di circa 400 milioni di euro, oltre il 90% fa riferimento a formaggi.
Formaggi e vini Dop/Igp trainano l’agroalimentare regionale
Nel 2015, la produzione veneta di formaggi Dop è stata di quasi 49.000 tonnellate, vale a dire oltre l’11% di quella nazionale (vaccina) ad indicazione geografica. Tra le principali denominazioni ricadenti nel territorio regionale figurano l’Asiago, il Grana Padano, il Provolone Valpadana, il Piave, il Monte Veronese e la Casatella Trevigiana.
Sul versante vinicolo, le 52 denominazioni venete pesano per il 26% sulla produzione nazionale Dop/Igp, con un’incidenza che arriva al 36% nel caso dei soli vini bianchi a denominazione. In questo caso è il Prosecco a detenere la leadership in termini produttivi, a cui si affiancano, tra gli altri, il Soave e i rossi della Valpolicella.
L’export sopperisce al calo dei consumi nazionali
Lo sviluppo che ha interessato il food&beverage ad indicazione geografica trova le sue ragioni soprattutto nella crescita delle esportazioni che hanno sopperito al calo dei consumi intervenuto sul mercato nazionale. Negli ultimi cinque anni, l’export di Asiago ma soprattutto di Grana Padano (due dei principali formaggi Dop prodotti in Veneto) è aumentato in maniera significativa, di oltre il 30%. Ma ancora di più hanno fatto i vini, in particolare il Prosecco che, tra il 2010 e il 2015, ha visto esplodere il proprio export di quasi il 300%, passando da poco più di 150 ad oltre 600 milioni di euro. Una crescita sostenuta dai consumi di questo sparkling da parte di inglesi e statunitensi e, negli ultimi anni, anche dei francesi che forse si sono finalmente accorti di non essere i soli al mondo in grado di produrre buoni vini spumanti.