13 Gennaio

Prosecco primo per export tra le bollicine europee

Per la nota denominazione italiana, Eurostat certifica vendite nei paesi extra-UE tre volte superiori per volumi a quelle dello Champagne francese. Terzo classificato il Cava spagnolo.

 

Il Prosecco centra un altro primato. Questa volta ad assegnare la prima posizione alla rinomata denominazione della spumantistica italiana è l’Eurostat, l’Ufficio statistico di Bruxelles, che attribuisce al Prosecco il miglior risultato per export tra le bollicine europee.

 

Con 205 milioni di litri, il 41% del totale UE, le tre Dop che fanno capo alle regioni Veneto e Friuli-Venezia Giulia (parliamo del Prosecco Doc, Prosecco di Conegliano Valdobbiadene Docg e Asolo Prosecco Docg) hanno raggiunto nel 2020 il primo posto tra le categorie di spumante esportate dagli Stati membri dell’UE verso i Paesi Terzi. Un volume tre volte superiore a quello dello Champagne francese, che i dati Eurostat attestano, sempre in termini di esportazioni extra-UE, a 66 milioni di litri (13% in quota sul totale). Terzo classificato è il Cava spagnolo, con il 12% di incidenza e 58 milioni di litri spediti fuori dai confini comunitari.

 

Complessivamente, spiega l’Ufficio statistico dell’Unione europea, le esportazioni di spumanti “made in EU” sono ammontate nel 2020 a 494 milioni di litri, un quantitativo in calo se rapportato ai 528 milioni esportati nel corso del 2019. Una dinamica motivata dalle chiusure di pub, bar e ristoranti nel mondo per le misure restrittive imposte nella fase più acuta dell’emergenza sanitaria da Covid-19.

 

Per i ricercatori europei si tratta ufficialmente della prima battuta d’arresto delle esportazioni di spumanti e Champagne verso i mercati extra-UE, se non altro nell’esperienza storica dell’ultimo decennio. Il meno 6% del 2020 si confronta infatti con un periodo, quello dei precedenti due lustri, in cui le esportazioni di bollicine europee erano invece aumentate a un tasso medio annuo dell’8%, con la migliore performance sperimentata nel 2014 (+11% sul 2013).

 

A fronte dei consistenti volumi esportati, rileva ancora l’Eurostat, si registrano a livello dei Ventisette importazioni di vini spumanti per soli 9,3 milioni di litri, corrispondenti ad appena il 2% della quantità complessivamente esportata.

 

Intanto, secondo stime Uiv-Ismea, nel 2021 il valore alla produzione degli spumanti italiani si spingerà per la prima volta oltre i 2,4 miliardi di euro, un primato a cui si aggiunge la conferma, anche negli ultimi dodici mesi, di un volume produttivo in costante ascesa, con un balzo del 170% nell’ultimo decennio. Oggi – spiegano gli analisti – le bollicine sono arrivate a rappresentare circa un quarto delle esportazioni totali di vini italiani nel mondo.

 

Il comparto sparkling è anche quello che sta trainando il riscatto delle cantine tricolore sui mercati internazionali. Si consideri che le vendite all’estero di spumanti italiani sono cresciute, nel bilancio dei primi tre trimestri del 2021, del 28,6% sia in volume che a valore, con l’Asti che ha messo a segno un più 13% e il Prosecco che ha letteralmente spiccato il volo, registrando un progresso di quasi il 40%, grazie soprattutto alla forte pressione degli ordinativi dagli Usa.

 

Il Consorzio di tutela del Prosecco di Conegliano Valdobbiadene Docg ha annunciato, nel frattempo, il superamento della soglia record dei 100 milioni di bottiglie prodotte nel 2021, un quantitativo vicino al potenziale.

 

Positivo anche il bilancio delle vendite, con la crescita che ha riguardato sia il mercato domestico sia quello estero.

 

In ambito nazionale – rileva il Consorzio – le vendite nella Grande distribuzione organizzata hanno registrato un aumento del 24% nell’anno mobile terminante a ottobre 2021. Oltre confine, in attesa dei dati definitivi, si prevede a consuntivo un significativo incremento rispetto al 2020 (anno che aveva fatto segnare una modesta flessione), stimato orientativamente attorno al più 30% in valore.

 

Il risultato positivo del 2021 – conclude la nota del Consorzio – è il frutto del grande sforzo che la denominazione ha affrontato nel 2020 per mantenere e rinnovare le relazioni con il mercato. Un impegno costante che ha comportato la ricerca di nuovi canali di vendita e di innovazioni nelle attività di comunicazione e promozione, con le esperienze maturate nel 2020 che hanno indotto molte aziende a rafforzare in particolare tutte le attività legate alla digitalizzazione.

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