18 Giugno

Polizze strutture, in agricoltura crescita a doppia cifra nel 2019

Un segmento del mercato assicurativo sempre più interessante. Superata per la prima volta la soglia di un miliardo di euro di valori assicurati. L’80% dei contratti sono per la prevenzione dei danni da eventi atmosferici a serre e tunnel.

 

Non solo coltivazioni e produzioni zootecniche. Lo strumento assicurativo in agricoltura sta crescendo anche in altri segmenti, mostrando un trend in ascesa soprattutto nel comparto delle strutture aziendali.

 

Guardando i numeri, si tratta per lo più di coperture e tunnel in film plastico o di serre permanenti rivestite in vetro, principalmente impiegate nei settori florovivaistico e orticolo. Strutture, ampiamente diffuse in agricoltura che, in tandem con le reti antigrandine, utilizzate soprattutto nella frutticoltura, muovono importi considerevoli, sul piano degli investimenti aziendali, anche nell’ambito dei programmi di sviluppo rurale regionali, necessitando di idonee coperture assicurative.

 

Le polizze agricole per la protezione delle strutture aziendali contro gli eventi atmosferici, assistite, come quelle sulle colture, da un contributo pubblico, muovono un giro d’affari di circa 9 milioni di euro in termini di raccolta premi, per un capitale assicurato che ha superato, per la prima volta nel 2019, la soglia di un miliardo di euro. Da rilevare che nella gamma degli strumenti assicurativi dedicati all’agricoltura le polizze strutture hanno mostrato i tassi di crescita più significativi, registrando nell’ultima annata un incremento, per valori assicurati, di quasi il 20% (il confronto è con il 2018), contro il più 4% delle polizze colture e lo 0,4% di quelle zootecniche.

 

Gli schemi contrattuali, coerentemente con quanto previsto dal Piano di gestione dei rischi in agricoltura, approvato annualmente dal Ministero delle politiche agricole, prevedono coperture pluririschio, contro i danni (senza soglie minime come nel caso delle colture) arrecati da grandine, trombe d’aria, eccesso di neve e pioggia, fulmini, vento forte e uragani.

 

Il bilancio della campagna trascorsa, illustrato nel Rapporto sulla gestione del rischio in agricoltura 2020, pubblicato dall’Ismea, attribuisce alle serre e ai film plastici, con un valore assicurato di 825 milioni di euro, una quota di mercato di oltre l’80%. Un altro 18%, pari a 184 milioni, è costituito da polizze a protezione delle reti antigrandine, mentre gli impianti arborei e arbustivi, insieme agli ombrai, cumulano un valore inferiore ai 9 milioni di euro, coprendo pertanto solo una quota residua del mercato.

 

Sul piano territoriale, ad eccezione della Valle d’Aosta, si registrano adesioni alle polizze strutture in tutte le regioni italiane, anche se quasi due terzi dei valori assicurati si concentrano in quattro ambiti geografici, rappresentati nell’ordine da Veneto (23%), Lombardia (17%), Sicilia (13%) e Lazio (12%). La geografia delle polizze a protezione delle strutture assegna un ruolo di rilievo anche a Emilia-Romagna, Campania e Trentino-Alto Adige, seguite nel ranking regionale da Piemonte, Puglia e Liguria.

 

Il costo di una polizza struttura a livello nazionale si attesta mediamente sotto la soglia dell’1%, registrando però differenze in funzione dei prodotti assicurati. Le più economiche sono le polizze a protezione delle serre fisse in vetro o plastica, caratterizzate da una maggiore resistenza agli eventi atmosferici.  Per queste strutture si riscontrano tariffe medie che non vanno oltre lo 0,6%, a fronte di tassi superiori all’1% per le altre, con punte dell’1,3% per le reti antigrandine.

 

Attualmente il mercato, dal lato dell’offerta, mostra un elevato tasso di concentrazione, con la compagnia leader, specializzata in queste tipologie di polizze (in totale sono circa 3.500), che da sola copre una quota-premi pari al 95%.

 

Seguono cinque follower, tra i player despecializzati, con portafogli rischi che per singola compagnia non superano il 2,7% di quota.

 

Sulle polizze strutture è concesso un contributo pubblico, unicamente finanziato con risorse del Fondo di solidarietà nazionale, fino al 50% del premio pagato dall’agricoltore, che a suo carico sostiene quindi un onere dimezzato. Da rilevare che con questo strumento è possibile anche assicurare le reti antinsetto, strutture che stanno rapidamente diffondendosi soprattutto nel comparto della frutticoltura, dopo i gravi danni arrecati dagli attacchi di cimice asiatica.

Cattolica Assicurazioni S.p.A.

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