Politiche di sviluppo rurale e giovani agricoltori
di Massimo Spigola
I giovani agricoltori in Europa: quale posizionamento?
I temi della senilizzazione del settore agricolo e delle difficoltà collegate al ricambio generazionale sono da diversi anni al centro del dibattito economico-politico. Si tratta di criticità che caratterizzano l’intero sistema agricolo dell’Unione europea, seppur con intensità differenti tra i vari Stati membri. Le statistiche relative all’analisi demografica degli imprenditori agricoli restituiscono un quadro molto preoccupante: a livello europeo i giovani agricoltori (<35 anni per le statistiche Eurostat) sono poco più di 644mila e gestiscono il 5,9% del totale delle aziende agricole europee. Nonostante un’incidenza molto contenuta (e peraltro in calo rispetto al 2010), le imprese condotte da giovani agricoltori sono quelle che evidenziano la presenza di valori strutturali ed economici migliori, che le posizionano su livelli ben al di sopra delle medie di settore. Se un’azienda agricola europea coltiva mediamente una superficie di 16 ettari, quelle condotte da giovani si attestano a 30 ettari; lo stesso si registra nel caso dei risultati economici: la media del valore della produzione per azienda in Europa è poco più di 30mila euro, mentre nel caso delle aziende giovani si arriva ad oltre 45mila euro.
I giovani agricoltori in Italia
Qual è invece lo scenario che contraddistingue il settore agricolo italiano dal punto di vista della presenza di giovani agricoltori? Se consideriamo gli imprenditori agricoli con meno di 41 anni – ossia coloro che secondo la Commissione europea possono beneficiare del contributo pubblico in favore dell’avviamento di impresa per i giovani agricoltori nell’ambito delle politiche di sviluppo rurale 2014-2020 – in Italia si registra la presenza di 121.935 giovani imprenditori agricoli. Ciò significa che circa l’8% delle aziende agricole italiane è condotto da imprenditori “giovani”, un dato che assume declinazioni territoriali differenti e che raggiunge il suo massimo nella Provincia Autonoma di Bolzano (19%) e il minimo in Friuli Venezia Giulia (5%).
I dati richiamati fanno emergere tutta l’importanza delle politiche di sviluppo rurale e, in particolare, degli interventi a sostegno dell’ingresso nel settore di giovani imprenditori qualificati in grado di invertire i processi di senilizzazione in atto. Non solo, le aziende condotte da giovani presentano una maggiore propensione nei confronti dell’innovazione, delle tecniche produttive a basso impatto ambientale e in favore di assetti organizzativi e commerciali in linea con i caratteri richiesti dalla competizione globale.
Politiche di sviluppo rurale in favore dei giovani agricoltori: dotazioni e risultati
Ma quali sono i valori delle politiche di sviluppo rurale che sostengono l’ingresso dei giovani nel settore agricolo? Nella passata programmazione (2007-2013), gli interventi adottati hanno consentito l’insediamento di 22mila giovani agricoltori, di cui 8.600 (39%) donne. Complessivamente il contributo pubblico erogato agli under 40 è risultato di poco inferiore ai 700 milioni di euro e ha generato oltre 1 miliardo di euro di investimenti.
Cosa dobbiamo aspettarci invece dalla programmazione di sviluppo rurale 2014-2020 in tema di ricambio generazionale? Le risorse investite sul tema sono anche in questo caso significative, come evidenziato in un recente rapporto della Rete Rurale Nazionale: all’interno dei Piani di Sviluppo Rurale (PSR) delle regioni italiane, la sottomisura 6.1, relativa all’ingresso di giovani agricoltori, ha una dotazione finanziaria di oltre 891 milioni di euro, il 4,8% del totale della spesa pubblica prevista nei PSR italiani.
Le regioni che hanno deciso di destinare le risorse più significative per i giovani agricoltori sono Puglia, Lazio, Veneto, Campania e Sicilia, cinque territori che in complesso concentrano il 46,1% del totale previsto per la sottomisura 6.1 in Italia (figura 1).
Figura 1 – Spesa pubblica totale (€) prevista per la sottomisura 6.1: aiuto all’avviamento di impresa per i giovani agricoltori
Fonte: Rete Rurale Nazionale
Lo stato dell’arte dei bandi per il primo insediamento
A che punto siamo in Italia con l’emanazione dei bandi pubblici per l’assegnazione delle risorse finanziarie volte a favorire il primo insediamento? Ormai la totalità delle regioni ha avviato le procedure per finalizzare l’ingresso dei giovani imprenditori agricoli che hanno presentato domanda. I primi bandi programmati (alcuni sono già scaduti, altri di prossima scadenza – disponibili nella sezione opportunità – ) prevedono risorse per circa 390 milioni di euro, il 44% del totale complessivamente stanziato in Italia per supportare il primo insediamento. Si stima che fino al 2020 con la dotazione disponibile sarà garantito l’insediamento di 20.168 nuovi imprenditori agricoli.