Politica agricola cinese: un futuro di sostegni al reddito
di Yari Vecchio
In Cina, la politica agricola sta cambiando con riforme “dal lato dell’offerta” per il settore agricolo che hanno il fine di sottolineare la necessità per l’agricoltura di ottenere benefici in termini di stabilità e continuità.
Pechino ha rilasciato un’impostazione generale su un “foglio bianco”. Si tratta del “documento politico n.1”, rilasciato annualmente dal Consiglio del Comitato Centrale e dello Stato dopo l’inizio del nuovo anno cinese; da 14 anni consecutivi, ha come argomento principale lo sviluppo rurale, a dimostrazione dell’importanza che l’agricoltura riveste nelle politiche nazionali cinesi. Tang Rengjian, vice capo della Central Rural Work Leading Group, ha dichiarato che l’obiettivo principale per il prossimo futuro è la riforma della politica agricola sul lato dell’offerta per offrire più benefici agli agricoltori, aggiungendo che la riforma è cruciale per migliorare la sostenibilità ambientale e la ricerca per lo sviluppo dei redditi agricoli.
Mais: “la prima grande battaglia”
La Cina rinnoverà anche per il 2017 l’introduzione di un prezzo minimo garantito per due cerali di base, riso e grano. Questo è quello che appare chiaro dal nuovo documento pubblicato. Pechino, già nel 2016, ha sostenuto le aziende agricole e i piccoli agricoltori, da una parte, acquistando i cereali con prezzi “sufficientemente” equi per sostenere il reddito, dall’altra, effettuando tagli alle tasse. Anche a seguito del crollo dei prezzi internazionali delle commodity agricole e, viceversa, dell’aumento dei prezzi interni, sono nate molte scorte pubbliche di tali materie.
La politica cinese (aumento delle posizioni short) ha portato a tensioni con i partner commerciali, che hanno destato preoccupazioni in merito ad un repentino crollo dei prezzi internazionali. Per tali Paesi, infine, le politiche cinesi portano ad una distorsione della concorrenza nel commercio globale.
Un esempio è dato dagli USA che, a settembre 2016, hanno presentato una istanza al WTO contro le politiche cinesi di sostegno al mercato delle commodity agricole (grano, mais e riso). L’istanza si basa sul fatto che Pechino avrebbe violato gli impegni presi nei confronti dei competitor sul mercato globale.
Nel frattempo, la Cina ha continuato a riformare la sua politica agraria. Le politiche di sostegno verranno confermate e ampliate. Nella nuova riforma verranno cambiati i sussidi al mais e al cotone. Tali commodity verranno sostenute con l’introduzione di un prezzo minimo, che scatterà quando la quotazione della materia prima sul mercato globale scenderà al di sotto di una determinata soglia di prezzo (ancora da definire).
Tang ha definito la riforma del mercato come “la prima grande battaglia” per la fornitura di beni agricoli in Cina.
Misure di politica commerciale
Con la nuova riforma, Pechino stabilisce le leggi e le norme in materia di sussidi compensativi, antidumping e misure di salvaguardia per il commercio agricolo. Inoltre verranno controllate le indagini per migliorare la condotta commerciale delle aziende agricole. Nel “foglio bianco” si definisce anche l’impegno della Cina per la creazione di un ambiente di mercato equo per tutte le aziende.
Wusheng Yu, professore dell’Institute of Food and Resource Economics dell’Università di Copenaghen in Danimarca, ha dichiarato che il documento è un segnale forte: la Cina sarà più attiva nell’avviare misure di difesa commerciale.
Anche Fred Gale, un economista dell’US Department of Agricultere’s Economic Research Service, ha affermato che la parola “equo” è un passo importante per l’evoluzione della politica cinese e può essere letta come una stoccata ai prodotti USA, che sono “ingiustamente” a buon mercato.
Nel 2010 Pechino ha supportato il mercato con 18 miliardi di dollari di sussidi. Non esistono dati ufficiali recenti, anche se il WTO ha richiesto più volte aggiornamenti su tali politiche.
Affrontare la povertà rurale
Pechino ha difeso la sua posizione sulla crescita dei sussidi agricoli dichiarandoli essenziali per affrontare la povertà rurale nella nazione più popolosa al mondo. Non risulta dunque possibile confrontare i sussidi con quelli delle altre nazioni che hanno produttori con reddito pro capite di gran lunga più elevato.
«La battaglia contro la povertà ha visto un buon inizio, siamo stati in grado di sollevare dieci milioni di persone dalla povertà, lo scorso anno», ha dichiarato Tang, che ha inoltre aggiunto come, nelle zone rurali, il reddito pro capite disponibile sia salito del 6,2% in termini reali (un tasso più alto che per i residenti urbani).
Il nuovo documento politico afferma che il governo mira a sollevare altri dieci milioni di persone dalla povertà nel 2017.
«Con un reddito pro capite di 8mila dollari, la Cina è attualmente in via di trasformazione da un Paese a medio reddito ad uno ad alto reddito», ha detto Tang.
Il programma greening in Cina
Il nuovo documento politico sottolinea l’importanza di sostenere l’innovazione, promuovendo i prodotti agricoli di qualità superiore e la diversificazione dell’economia rurale.
In parte, il nuovo obiettivo sembra riflettere la preoccupazione per la necessità di migliorare la competitività agricola della Cina. Inoltre si vogliono abbattere i costi fiscali connessi con programmi di sussidi agricoli del Paese.
«Nel contesto di recessione economica e di difficoltà finanziarie», ha affermato Tang, «per raccogliere fondi per lo sviluppo dell’agricoltura e delle aree rurali è davvero complesso».
Allo stesso tempo, il nuovo documento politico sottolinea l’importanza di tecniche più sostenibili di produzione agricola, in particolare un uso più efficiente delle risorse idriche, così come di progetti di conservazione nelle zone umide e altre aree sensibili.
«La priorità sarà la qualità invece della quantità», ha concluso Tang.