30 Luglio

Latte, avanti adagio la produzione nelle stalle europee

Le condizioni favorevoli sul mercato UE e le buone prospettive di crescita anche per l’export sostengono l’output dei Ventisette. Prevista crescita dello 0,8% nel 2021.

 

Le previsioni formulate nei giorni scorsi dai servizi statistici delle Commissione europea fissano per quest’anno un target di 146 milioni di tonnellate per le consegne di latte nell’UE, anticipando una crescita dello 0,8% rispetto al dato 2020.

 

La stima, che incorpora un recupero delle perdite produttive di inizio anno, anche a causa delle basse temperature primaverili (tra gennaio e aprile le consegne ai caseifici si sono ridotte dell’1% a livello dei Ventisette), considera i possibili effetti espansivi associati all’andamento positivo dei prezzi. Una dinamica che riflette l’impatto inflazionistico della domanda cinese su tutto il settore lattiero-caseario, dopo i recenti sviluppi delle importazioni del Dragone che hanno superato ampiamente le aspettative, soprattutto nel comparto del latte in polvere scremato.

 

La positiva evoluzione dei prezzi del latte crudo alla stalla potrebbe, almeno in parte, compensare – a detta degli esperti di Bruxelles – l’effetto negativo sui redditi degli allevamenti europei associato ai forti rincari dei mangimi. Le previsioni scontano anche l’impatto positivo di una maggiore disponibilità di foraggi, grazie alle precipitazioni di maggio che avrebbero migliorato sia la qualità che la disponibilità di pascoli.

 

A consuntivo, dai dati del primo quadrimestre 2021 emerge una flessione della produzione di latte di oltre il 2% in Francia e Germania, a fronte di un andamento stazionario in Italia e Polonia e di un forte incremento in Irlanda, dove si è avuta conferma di una crescita delle consegne di latte dell’8,6% rispetto al gennaio-aprile 2020. A livello UE, il recupero delle perdite di questi primi quattro mesi è atteso già a partire dal bimestre maggio-giugno, in previsione di un rimbalzo delle consegne di latte del 2%, sempre nel confronto con lo stesso periodo dell’anno scorso.

 

In un contesto di aspettative complessivamente favorevoli, le macellazioni di vacche da latte si sono ridotte, nei primi quattro mesi di quest’anno, del 4%, un fenomeno che ha evitato la dismissione anticipata di capi in produzione. A fine anno si prevede comunque una riduzione delle mandrie, nell’UE, dello 0,9%, compensata abbondantemente da una crescita dell’1,6% dei rendimenti medi per capo, grazie anche ai miglioramenti genetici.

 

Quanto ai prezzi, le elaborazioni della Commissione europea fissano a 35,95 euro/100 kg il dato medio di maggio (la quotazioni è riferita al latte crudo alla stalla), un valore in crescita dello 0,9% su aprile e di oltre l’8% su base annua. Forti aumenti, rispetto allo scorso anno, si riscontrano in Polonia, Irlanda, Paesi Bassi e Belgio, mentre in Italia i prezzi hanno subìto una riduzione marginale, dello 0,3% rispetto a maggio 2020, contro il 2,3% di aumento registrato in Francia e il più 10,5% in Germania.

 

Il buon andamento della domanda internazionale e il rapporto competitivo che, in questa fase, favorisce i produttori europei rispetto ai competitor oceanici, stanno dando un forte sostegno ai listini anche dei prodotti derivati. Sia il burro, sostenuto da una generale carenza d’offerta, sia le polveri di latte scremato, trainate, come accennato, dalla forte richiesta cinese, spuntano prezzi sui mercati mondiali decisamente elevati.

 

Non emergono invece particolari scossoni, nei primi quattro mesi dell’anno, per le quotazioni UE dei formaggi, che in prospettiva potrebbero comunque beneficiare di un andamento positivo dei consumi, grazie soprattutto alla ripresa degli ordinativi nel canale extradomestico.

 

Anche le esportazioni, previste in crescita del 3% a fine anno, dovrebbero contribuire a sostenere i listini europei, nonostante il brusco dietro front delle vendite atteso in Regno Unito, dove il primo trimestre ha già chiuso con una flessione del 21% per i formaggi e del 24% per il burro (il confronto è con lo stesso periodo del 2020).

 

Sui mercati internazionali, intanto, il mese di giugno ha fatto emergere, per l’insieme dei prodotti lattiero-caseari, una prima battuta d’arresto dei prezzi (-1% su maggio, in base alle rilevazioni della Fao), dopo un trend al rialzo protrattosi per dodici mesi. Resta ampio, tuttavia, il divario delle quotazioni rispetto allo scorso anno, con uno scarto positivo del 22% di media rispetto ai livelli del giugno 2020.

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