27 Agosto

La vitivinicoltura mantiene il primato sul mercato delle polizze agricole

Secondo i dati del Rapporto Ismea, tutti i positivi i numeri del 2018, crescono del 4% le aziende assicurate e del 22% i valori. Nel 2017 maxi risarcimento al Vigneto Italia: indennizzi per 145 milioni di euro.

 

Una leadership incontrastata, quella dell’uva da vino, sul mercato assicurativo agricolo nazionale, con capitali assicurati che tra i filari si attestano annualmente attorno a un miliardo e mezzo di euro.

 

L’ultimo dato, quello del 2018, attribuisce al settore vitivinicolo una quota pari al 25% dell’intero valore delle polizze agevolate relative al comparto delle coltivazioni vegetali, mercato che l’anno scorso ha raggiunto una dimensione economica complessiva di 5,6 miliardi di euro.

 

Con 152.000 ettari di superfici assicurate negli ultimi dodici mesi, i viticoltori mettono al sicuro circa un quarto degli ettari complessivamente vitati. Quota che raddoppia se riferita alla produzione lorda vendibile (Plv) del settore, con i valori assicurati che arrivano a coprire in questo caso il 50% della Plv vitivinicola, con punte di oltre il 60% raggiunte nel 2014.

 

I dati illustrati nell’ultimo Rapporto Ismea sulla gestione del rischio in agricoltura attestano attorno a 24.000 il numero delle aziende del settore che nel 2018 hanno sottoscritto almeno un contratto assicurativo contro i rischi climatici; in pratica 4 aziende su 10, tra quelle assicurate, staccano una polizza sull’uva da vino. Si tratta tra l’altro di realtà produttive solide ed efficienti che dispongono mediamente di circa 7 ettari di superficie vitata (contro una media nazionale di 2,1); imprese che per coprirsi contro gli eventi climatici avversi spendono, complessivamente, poco più di 120 milioni di euro l’anno.

 

Quello viticolo è un mercato che ha registrato, nel 2018, numeri tutti positivi. Il parterre delle aziende assicurate si è ampliato di circa il 4%; sono aumentati del 22% i capitali coperti da polizze e sono cresciuti del 43% i premi totali, per effetto di un aumento del costo medio assicurativo di circa un punto percentuale. Un rincaro, quest’ultimo, giustificato dall’impennata della spesa per risarcimenti riscontrata nel 2017, annus horribilis in cui l’eccezionale gravità degli eventi climatici – come evidenziato anche da un’analisi di Assoenologi – ha pesantemente influenzato i livelli di resa.

 

Al riguardo, i dati definitivi del 2017 certificano una perdita produttiva del 28%, con appena 38,9 milioni di ettolitri di vino, la seconda vendemmia più scarsa in assoluto dal Dopoguerra ad oggi (si è andati sotto solo nel lontano 1947, con 36,4 milioni).

 

Le gelate tardive di aprile, che hanno colpito soprattutto le regioni del Nord Italia, ma anche la prolungata fase di siccità, che ha messo a dura prova i vigneti del Centro-Sud, nonché i danni arrecati dalle grandinate, ancora in prevalenza a scapito dei vigneti del Settentrione, spiegano l’impennata della spesa per indennizzi sostenuta dalle compagnie assicurative, passata da 53 milioni di euro del 2016 a 145 milioni, un assegno quasi triplicato in un solo anno. Nel 2018 le cose sono andate meglio, ma non si dispone ancora di una stima puntuale dei danni.

 

L’importanza dello strumento assicurativo, a fronte di questi numeri quanto mai eloquenti (si consideri che nel 2017 ogni azienda vitivinicola, data l’eccezionale gravità degli eventi atmosferici, ha speso in media 3.700 euro per l’acquisto di una polizza e ha ricevuto, sempre in media, oltre 6.300 euro di risarcimento), assume un rilievo ancora più significativo in un settore, quello vitivinicolo, che esprime annualmente un fatturato di circa 11 miliardi di euro e che realizza all’estero un giro d’affari di oltre 6 miliardi.

 

Interessante l’incrocio tra i dati assicurativi regionali con quelli della distribuzione geografica delle superfici vitate.

 

Al riguardo, emergono rilevanti squilibri che confermano la diversa propensione dei territori italiani a utilizzare lo strumento assicurativo. L’evidenza più significativa è data dal disallineamento della prima regione vitata, rappresentata dalla Sicilia, che invece di guidare la classifica per valori assicurati figura solo in quattordicesima posizione in questa graduatoria regionale. Più coerente il dato del Veneto, seconda regione in Italia per dimensione del vigneto e prima per capitali coperti da polizze.

 

In seconda posizione, nel ranking assicurativo, figura il Friuli Venezia Giulia, che è però solo nono nella classifica per estensioni vitate. La Toscana, terza regione più assicurata, è in quarta posizione per ettari, mostrando quindi un sostanziale allineamento tra le due classifiche, mentre la Puglia è terza per superfici, ma scende all’ottava posizione nella lista delle regioni più assicurate, con valori e premi sensibilmente inferiori a quelli del Nord.

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