18 Ottobre
approfondimenti

Insetti in alimentazione animale: forse necessari per via della sempre crescente domanda di beni alimentari, sicuramente una produzione a minor impatto ambientale

di Enrico Bressan

La terra non è un bene illimitato e deve essere sfruttato con consapevolezza e intelligenza. Le tecniche di coltivazione intensiva hanno portato ad un aumento esponenziale delle rese agronomiche, ma contemporaneamente hanno favorito l’eccessivo sfruttamento delle risorse naturali.

 

La FAO ha stimato che nel 2050 la popolazione mondiale raggiungerà i 9,5 miliardi di persone e i consumi di proteine animali e di latticini aumenterà rispettivamente del 73% e del 58%. Fronteggiare questo aumento è una grossa sfida per i produttori agricoli, soprattutto per quanto riguarda il comparto proteico. È ormai noto, infatti, come l’Europa sia fortemente deficitaria su questo fronte. La soia e la farina di pesce sono le principali materie prime utilizzate nell’alimentazione zootecnica, la prima prevalentemente in avicoltura e suinicoltura, mentre la seconda in acquacoltura.

 

Uno dei fattori limitanti per quanto riguarda l’aumento di produzione delle proteine animali sarà la scarsità e l’elevato costo delle materie prime convenzionali, quali appunto farina di soia e farina di pesce. Infatti è da tenere in considerazione che, negli ultimi anni, il prezzo della farina di pesce è aumentato in modo consistente a causa di una produzione stabile (in quanto si è raggiunto il limite di pesce pescabile per la trasformazione) e di un forte aumento della domanda (FAO Acquacolture 2016). La FAO vede negli insetti una parziale soluzione a questa criticità, in quanto hanno indici di conversione molto efficienti e rientrerebbero perfettamente nel concetto di Circular Economy, riutilizzando scarti della distribuzione organizzata e delle grosse aziende di trasformazione. Nel 2016 si è concluso un progetto Europeo (ProteInsect) dove è stato descritto l’allevamento industriale di diversi insetti ed è stato affermato come, ottimizzando gli spazi di allevamento, questa produzione potrebbe risultare competitiva con la farina di soia.

 

A questo proposito è stata stimata la produzione relativa ad 1 ettaro destinato all’allevamento di Musca domestica, pari a 1.000 t/anno di larve quindi circa 125-150 t/anno di proteina, mentre la soia ha una resa agronomica pari a 25 t/anno quindi 0,9 t/anno di proteine.

Gli insetti che risultano essere più promettenti per essere utilizzati nell’alimentazione animale sono: Hermetia illucens, Tenebrio Molitor e Musca Domestica. La composizione chimica centesimale di questi insetti risulta essere di forte interesse per la mangimistica dei monogastrici.

 

Hermetia illucens, conosciuta come Black Soldier Fly o mosca soldato, è un dittero della famiglia delle stratiomidi. Il ciclo vitale è caratterizzato da un adulto lungo circa 15-20 mm che depone uova su cartoncini, carta ripiegata o fessure nel legno (Gasco et al., 2015). Ogni deposizione contiene circa 1.000 uova di piccole dimensioni (1 mm di lunghezza). Dopo circa 6 giorni le uova schiudono e nascono delle larve lunghe circa 1.5-2 mm che crescono su diverse tipologie di substrato e questo andrà ad influenzare la loro composizione centesimale e le loro performance. Una volta raggiunti circa 25mm di lunghezza, il ciclo volge verso il termine e il colore delle larve inizia a variare dal giallo al marrone chiaro (pre-pupa) fino al nero (pupa). Allo stadio di pupa la larva risulta essere immobile e cercherà in questo stadio un posizionamento esterno al substrato. La composizione chimica di queste larve (sostanza secca) risulta essere circa 42% proteina grezza (PG), 26% estratto etereo (EE), 21% ceneri e 7% fibra grezza.

 

Figura 1- I tre stadi della Hermetia Illucens

 

 

Tenebrio molitor, conosciuto anche come Meal Worm o tarma della farina, è un coleottero appartenente alla famiglia dei tenebrionidi. Gli adulti sono lunghi circa 1.5-2 cm e si nutrono di diversi substrati prediligendo le farine di cerali. Per questo motivo la tarma della farina è uno dei principali infestanti dei mangimifici e dei mulini. Le uova sono deposte direttamente all’interno del substrato rendendo l’allevamento di più semplice gestione rispetto ad Hermetia illucens. Tuttavia il ciclo vitale completo è abbastanza lungo, dalle 8 alle 90 settimane. La larva prima di diventare pupa raggiunge i 2-3 cm di lunghezza.La composizione chimica delle larve (essiccate) di Tenebrio molitor risulta essere in prevalenza proteina grezza (48%) e un 40% di estratto etereo.

 

Figura 2- La tarma della farina

 

Musca domestica, è un dittero della famiglia dei muscidi che si nutre durante tutto il suo ciclo vitale e non risulta essere molto selettiva sulla tipologia di mangime, degradando bene qualsiasi tipo di substrato. Le dimensioni delle larve di questa specie sono minori rispetto alle due descritte in precedenza, infatti, la larva arriva in fase di pre-pupa a 0,8-1,2 cm. Come per Tenebrio molitor, gli adulti di Musca domestica depongono le uova direttamente nel substrato. Il ciclo vitale di questa specie è molto rapido, infatti, circa in 5-10 giorni a 35°C la larva arriva allo stadio di pupa (Gasco et al., 2012). La composizione centesimale delle larve (essiccate) di questa specie risulta essere, come per HI e TM, prevalentemente proteica (50% PG) e lipidica 19%.

 

Figura 3- La Musca Domestica

 

Alla luce di quanto detto, gli insetti  potrebbero essere un’ottima fonte proteica a destinazione zootecnica, tuttavia sono necessari progressi industriali e scientifici. Se, da un lato, c’è la necessità di produrre questa materia prima in grandi quantità, di composizione sempre comparabile e seguendo le vigenti norme di legge, dall’altro, la ricerca deve impegnarsi al fine di aiutare gli enti legislatori a mettere in luce le possibili problematiche sanitarie e per l’ecosistema derivanti da possibili impianti di produzione di insetti e derivati da essi in larga scala.

 

 

 

 

 

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