Gelate tardive, colpite primizie e frutteti
Primavera amara nelle campagne. Danni rilevanti alle drupacee in Emilia-Romagna. Ma il bilancio è pesante anche in altre regioni. Conaf, con l’emergenza Covid-19 a rischio l’attività peritale.
Da Nord a Sud tutta l’Italia è finita nella morsa del gelo. Il brusco calo delle temperature era stato annunciato dai servizi meteorologici. Ma nonostante i tentativi di attenuare, con ogni mezzo, le conseguenze del drastico abbassamento della colonnina di mercurio, i danni alle colture, soprattutto frutticole, sono stati diffusi e severi.
Il timore, lato assicuratori, è una riedizione del 2017, annus horribilis passato alla storia come uno dei peggiori per la mole dei risarcimenti erogati, con il conto finale degli indennizzi che ha superato abbondantemente l’ammontare dei premi.
Ci vorrà ancora del tempo per quantificare l’impatto economico di questo evento, tecnicamente classificato come catastrofale (insieme ad alluvioni e siccità), con le temperature precipitate anche sotto lo zero e nevicate diffuse, accompagnate in alcune zone da forti raffiche di vento.
Una primo bilancio l’ha fornito Confagricoltura, segnalando tra le regioni maggiormente colpite l’Emilia-Romagna e la Puglia, seppure in un continuum territoriale che ha coinvolto tutto il versante adriatico e l’Appennino tosco-emiliano.
Il netto anticipo della fioritura, per le temperature superiori alla media stagionale prima dell’ondata di freddo, ha esposto ai danni da gelo soprattutto le produzioni di pesco, ciliegio e albicocco, ma problemi si sono avuti anche per le piante in gemmazione, ad iniziare da pomacee e actinidia.
Tra le colture annuali, pesante il conto dei danni per le primizie di stagione e le orticole. Al contrario, a fioritura non ancora avvenuta, non avrebbe subìto perdite significative la coltivazione del pero, dopo un’annata, quella trascorsa, tra le più devastanti per il settore a causa degli attacchi di cimice asiatica che hanno decimato il raccolto in Emilia-Romagna.
Per Coldiretti le gelate di questi giorni sono la conseguenza diretta dei cambiamenti climatici. Sfasamenti stagionali, precipitazioni violente e sbalzi termici repentini sono eventi che nell’ultimo decennio hanno determinato perdite economiche a carico delle aziende agricole stimate in oltre 14 miliardi di euro, tra riduzioni di resa e danni alle strutture.
Quest’anno, alle gelate si aggiungono le gravi difficoltà associate all’emergenza Coronavirus, di ostacolo all’attività peritale.
Le limitazioni alla mobilitazione dei tecnici per i sopralluoghi nelle aziende colpite potrebbero rallentare notevolmente le valutazioni preventive dei danni, spiega il Consiglio dell’Ordine nazionale dei dottori agronomi e forestali (Conaf), che ha chiesto al Ministro delle Politiche agricole un tavolo di confronto per affrontare le questioni della prevenzione e della tutela dei professionisti coinvolti.
“Il Decreto del 22 marzo, in modo lungimirante, ha inserito la categoria dei dottori agronomi e forestali fra quelle autorizzare a continuare l’attività – ha detto Sabrina Diamanti, presidente del Conaf – Ora però è necessario avere un coordinamento nazionale tra tutte le parti per definire indicazioni univoche e linee guida chiare che consentano di lavorare in sicurezza, adatte a questa condizione emergenziale.”
L’aspetto più preoccupante è che in Emilia-Romagna il 50-60% delle aziende colpite dalle gelate notturne non ha una copertura assicurativa, osserva Confagricoltura.
Diversi organismi di difesa segnalano inoltre che, dopo un’annata, il 2019, particolarmente difficile dal punto di vista climatico, con molti sinistri e una spesa per risarcimenti significativa, le trattative con le compagnie di assicurazione sono state complesse e travagliate. Si registrano aumenti tariffari generalizzati e condizioni di polizza complessivamente meno favorevoli per gli agricoltori, con casi di rialzi delle franchigie.
In questa fase così difficile – riferisce Asnacodi, l’Associazione nazionale dei consorzi di difesa – possiamo evidenziare l’importanza di tutti gli strumenti di gestione del rischio. Smart working e supporto telefonico sono stati prontamente attivati dai Condifesa per proseguire la campagna assicurativa, che in questo avvio – conclude l’associazione – ha già raggiunto valori significativi.