Export agroalimentare oltre la soglia record di 50 miliardi
La previsione, formulata nei giorni scorsi dalla Coldiretti, è basta sui dati dei primi 11 mesi dell’anno. Positivo il saldo della bilancia commerciale a 3,7 miliardi di euro.
L’export agroalimentare italiano viaggia verso un primato storico, con un fatturato che potrebbe spingersi nel 2021 ben oltre la soglia record dei 50 miliardi di euro.
Lo prevede la Coldiretti sulla base dei dati Istat ancora parziali sull’interscambio con l’estero, aggiornati ai primi undici mesi dell’anno.
Secondo le proiezioni, le esportazioni nel bilancio dell’intera annata trascorsa faranno segnare un balzo in avanti dell’11%, portandosi a ridosso dei 52 miliardi di euro, valore che rappresenta il massimo di sempre.
Un risultato che non era affatto scontato in un contesto operativo, tra l’altro, fortemente condizionato dall’emergenza sanitaria, dagli incagli logistici e dalle pesanti ripercussioni del fermo Horeca, oltre che dalle drastiche riduzioni delle movimentazioni turistiche.
Di certo, i numeri resi noti dall’Istituto nazionale di statistica sono la riprova di una notevole capacità di reazione di tutto il sistema agricolo e industriale alle difficoltà imposte dalla pandemia.
L’agroalimentare italiano è uscito dalla crisi più forte di prima, commenta la Coldiretti: l’emergenza sanitaria ha favorito anche una svolta salutista, alzando il livello di attenzione dei consumatori ai prodotti alleati del benessere, come quelli della Dieta mediterranea.
In Usa il made in Italy ha fatto «boom» in questi mesi, mettendo a segno un progresso a doppia cifra. Il fatturato oltre Atlantico è cresciuto del 15%, rafforzando la seconda posizione degli States nella classifica dei Paesi clienti, dietro la Germania.
Anche i mercati europei hanno dato un forte impulso alle vendite dell’agrifood tricolore. Sulla piazza tedesca, primo sbocco commerciale, il giro d’affari è aumentato del 7%. Stessa evidenza in Francia, mentre oltre Manica il dato delle vendite è leggermente peggiorato, anche se il bilancio, che mette nero su bianco un meno 1% del fatturato, mostra un significativo recupero del terreno perso a inizio anno per le difficoltà dovute alla Brexit, con l’uscita di Londra dal «club» dei paesi dell’Unione Europea.
A fare da apripista, tra i big dei prodotti made in Italy, sono ancora i vini. Quest’anno – stima la Coldiretti – il fatturato delle cantine italiane all’estero potrebbe spingersi oltre il muro dei 7 miliardi di euro, grazie soprattutto ai progressi degli spumanti, in crescita del 29% in valore.
Alla base del successo del made in Italy ci sono diversi fattori. C’è un’agricoltura che è diventata la più green d’Europa, grazie alla leadership tricolore nel biologico, ma c’è anche un patrimonio, il più ricco dell’UE, costituito da 316 denominazioni d’origine e indicazioni geografiche protette, da 526 vini tra Dop e Igp e da oltre 5.300 prodotti tradizionali.
L’Italia – prosegue la Coldiretti nella sua analisi – detiene anche diversi primati a livello internazionale: nell’UE è il primo produttore di riso e frumento duro. È leader mondiale per la produzione di vino e svetta nelle classifiche globali con i pomodori e i carciofi e con diversi prodotti del comparto frutticolo, ad iniziare da mele, kiwi, uva da tavola e nocciole.
I dati Istat, nel consuntivo dei primi undici mesi dell’anno, indicano progressi del 9,4% per l’export di prodotti agricoli (oltre 7 miliardi di euro), grazie al traino dell’ortofrutta, e dell’11,2% per l’insieme dei prodotti lavorati del food & beverage (il confronto è con lo stesso periodo dell’anno precedente), che esprime all’estero un giro d’affari di oltre 40 miliardi.
Complessivamente, fino a tutto novembre, le vendite all’estero di prodotti agroalimentari hanno registrato un aumento del 10,9%, portandosi a 47,5 miliardi di euro. Anche le importazioni, ammontate a 43,8 miliardi, sono cresciute di oltre il 10%, con quasi 15 miliardi di «spesa agricola».
Nel 2021 è proseguito il miglioramento dei conti con l’estero, in surplus per quasi 3,7 miliardi di euro. L’avanzo della bilancia agroalimentare è cresciuto di oltre il 10%, rispetto ai 3 miliardi di attivo registrati nel periodo gennaio-novembre 2020.