16 Dicembre

Dal Nutrisore una minaccia per il sistema delle indicazioni geografiche

Appello di Coldiretti, Filiera Italia e Origin Italia a difesa delle dop e igp. Critiche Federalimentare e Confagricoltura: no a distinzioni, l’etichetta a semaforo è dannosa per tutti.

 

Il Nutriscore, l’etichetta a semaforo progettata in Francia per assegnare un rating nutrizionale ai prodotti alimentari, non dovrà riguardare il sistema delle denominazioni d’origine, asse portante del made in Italy agroalimentare nel mondo.

 

Ad affermarlo è la Coldiretti che ha chiesto di confermare l’esclusione delle indicazioni geografiche (l’insieme dei prodotti che si fregiano dei marchi comunitari Dop e Igp) dai sistemi di etichettatura nutrizionale, come previsto dal decreto nazionale istitutivo del Nutrinform battery, il sistema alternativo a quello d’Oltralpe che l’Italia ha adottato e proposto come schema europeo.

 

La richiesta, trasmessa con lettera indirizzata ai ministri per lo Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti, delle Politiche Agricole, Stefano Patuanelli, e della Salute, Roberto Speranza, oltre a quella dell’organizzazione agricola porta la firma di Filiera Italia, l’alleanza delle eccellenze italiane che riunisce il mondo dell’agricoltura a quello dell’industria alimentare, e di Origin Italia, l’associazione dei Consorzi di tutela delle indicazioni geografiche.

 

«Per anni abbiamo lavorato per far conoscere e riconoscere il marchio di qualità europeo che contraddistingue i prodotti a indicazione geografica» ha detto il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, un sistema che all’estero genera un fatturato annuale di circa 10 miliardi di euro.

 

Uno sforzo che, secondo i promotori dell’appello, verrebbe vanificato con l’apposizione di un semplice logo di natura nutrizionale, seppure facoltativo, che farebbe perdere la distintività delle denominazioni d’origine agli occhi dei consumatori.

 

I prodotti tutelati dai marchi comunitari rispettano, come noto, regole rigorose di produzione stabilite dai disciplinari autorizzati dall’Unione europea, che non sono facilmente riformulabili. Sarebbe invece auspicabile – spiegano ancora i firmatari della lettera – cogliere l’opportunità dell’introduzione di un sistema di etichettatura comune per rendere più chiara e trasparente l’informazione al consumatore, partendo dall’indicazione dell’origine delle materie prime, anche in chiave di sostenibilità ambientale.

 

Critica sulla posizione dei firmatari Federalimentare, la Federazione delle associazioni industriali del food & beverage aderente a Confindustria, che interpreta l’iniziativa di Coldiretti, Filiera Italia e Origin Italia come un messaggio di compromesso sul Nutriscore.

 

«Non devono esserci eccezioni e non accettiamo compromessi» ha detto Ivano Vacondio, presidente di Federalimentare, aggiungendo che «il Nutriscore è un sistema sbagliato senza se e senza ma».

 

Portare avanti l’esclusione dei prodotti Dop e Igp è come combattere una battaglia a metà, che presta il fianco a facili attacchi, ha aggiunto Vacondio ricordando che le indicazioni geografiche, seppure importanti nell’economia del sistema agroalimentare italiano, rappresentano il 10-11% del fatturato dell’industria alimentare e il 20% del giro d’affari all’estero.

 

Sulla stessa linea il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, che in vista delle iniziative che dovrà assumere in materia la Commissione europea nel 2022, non vuole correre il rischio di indebolire proprio in questa fase la posizione negoziale del governo italiano.

 

«Negli ultimi tempi – ha detto Giansanti – abbiamo registrato ripensamenti, anche a livello politico, in Francia e in Spagna a seguito, in particolare, delle forti contestazioni mosse dagli olivicoltori spagnoli e dai produttori francesi di formaggi».

 

A giudizio di Confagricoltura il sistema di etichettatura Nutriscore è dannoso per tutti i prodotti agroalimentari italiani, senza distinzioni. L’export del settore – ricorda l’organizzazione – potrebbe raggiungere quest’anno il livello record di 50 miliardi di euro. Questa sarebbe insomma la dimensione da difendere per salvaguardare tutto il made in Italy.

 

Di recente, anche il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha preso posizione contro l’etichetta a semaforo, che senza basi scientifiche andrebbe a penalizzare la Dieta Mediterranea, apprezzata dai consumatori in tutto il mondo. Di pari passo, il ministro delle Politiche Agricole, Stefano Patuanelli, ha lanciato, nell’ambito di una strategia di governo, un’apposita sede di consultazione, ricevendo con questa iniziativa il sostegno del suo omologo spagnolo.

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